Il rapporto tra la tecnologia che consente le firme digitali e la democrazia diretta è solo agli inizi, eppure già manifesta il suo potenziale. Il referendum sulla cittadinanza ha superato il quorum delle 500mila adesioni, ovvero la soglia prevista dalla Costituzione. Giorgia Meloni cerca di abbassare l’asticella: «Per quel che riguarda la proposta di dimezzare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza, io penso che il termine dei 10 anni sia un termine congruo, penso che l’Italia abbia una ottima legge sulla cittadinanza». Ma la stessa Forza Italia è quasi pronta a presentare una proposta di legge sullo ius scholae.
Un risultato ottenuto in meno di un mese: la raccolta è iniziata lo scorso 6 settembre. Da New York, la presidente del Consiglio batte sul tasto dell’adeguatezza italiana alla questione: «Siamo tra le nazioni europee che concede il maggior numero di cittadinanze, dunque non ne ravvedo la necessità. Poi, se c’è un referendum quella è democrazia e decidono gli italiani, io ho sempre grande rispetto di quel che decidono gli italiani. La proposta di Forza Italia sulla cittadinanza non la conosco».
In effetti, il leader di FI Antonio Tajani sta stringendo i tempi sullo ius scholae. Giovedì 26 settembre, nella Sala Colletti di Montecitorio, si terrà la riunione dei gruppi congiunti di Camera e Senato sulla proposta di riforma della cittadinanza: ius scholae e anche modifiche per l’accesso allo ius sanguinis. Una volta pronto, il testo della pdl sarà sottoposto a un confronto con gli alleati del centrodestra.
«Noi presenteremo una nostra proposta di legge complessiva sulla cittadinanza», spiega Tajani. «I nostri gruppi parlamentari si riuniranno nei prossimi giorni per discuterla, poi la presenteremo innanzitutto ai nostri alleati e poi la presenteremo in Parlamento».
«Ma non ci prestiamo a operazioni politiche sfruttando il tema della cittadinanza, non votiamo emendamenti a sorpresa o risoluzioni presentate qua e là per cercare di dividere la maggioranza. È una questione seria quella della cittadinanza e non può essere oggetto di giochini parlamentari».
Opposizioni soddisfatte
Elly Schlein schiaccia l’acceleratore su Instagram: “Ora non fermiamoci, continuiamo a firmare per aumentare il sostegno al referendum”. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra nota come “ancora una volta l’Italia dimostri di essere molto più avanti di chi la governa. Adesso bisogna continuare a firmare, anche solo per vedere la destra sempre più in crisi di nervi di fronte a un’Italia che non conoscono e che si rifiutano di vedere”.
Riccardo Magi di +Europa ne è certo: «Queste 500mila firme sono il segno che c’è una parte del Paese che non ci sta a questo tipo di racconto, che vuole discutere, che vuole dibattere anche di temi come questo, che vuole delle riforme che diano un futuro al Paese. Sono il segno della non rassegnazione delle persone e sono anche un grande segno per la democrazia».
Battaglie di civiltà
Secondo Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia viva, «il raggiungimento della soglia delle 500mila firme per il referendum sulla cittadinanza dimostra che, quando la politica si occupa di battaglie di civiltà, argomenti alti, che toccano la vita delle persone, i cittadini si mobilitano in massa. Si tratta di un grande risultato. È solo il primo passo verso una riforma della cittadinanza che è quanto mai necessaria. Lo strumento referendario sembra essere l’unica via percorribile, stanti la contrarietà della parte più retrograda della maggioranza, e l’insipienza di Forza Italia che, dopo aver annunciato una sua proposta sullo ius scholae, si è ritirata in bell’ordine».
Da un’analisi condotta da Youtrend, emerge che il referendum è sostenuto soprattutto dalle regioni settentrionali con una maggiore percentuale di residenti stranieri (Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e Toscana sono le quattro con più dell’11% di popolazione straniera). L’Emilia-Romagna ha contribuito con 1166 firme ogni 100.000 abitanti. Seguono Piemonte (1061), Lombardia (1059), Lazio (1030) e Toscana (1003). Meno presenti le regioni meridionali, a partire dalla Calabria (473).