Home CRONACA Conte non vuole tra le scatole la “tigre di carta” Renzi

Conte non vuole tra le scatole la “tigre di carta” Renzi

L'ex premier Giuseppe Conte, 60 anni - Foto: Ipa - Dillingernews.it

Giuseppe Conte ormai è deciso a fare il gioco duro, sospettiamo anche per proporsi come “l’uomo forte” nell’imminenza dell’Assemblea Costituente del MoVimento 5 Stelle e competere ad armi impari con Beppe Grillo, che i media lasciano in disparte e ha solo il suo blog per ingaggiare un duello con l’avversario numero 1. L’ex premier prende la mira e scaglia dardi contro un altro nemico: Matteo Renzi.

Intervistato dal Corriere della Sera, il leader del M5S alza l’asticella dello scontro con le altre forze dell’opposizione, fino a paventare il distacco dal principale alleato: «È evidente che col Pd un problema c’è. Schlein ha di fatto restituito centralità politica a Renzi, che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5S».

«E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati. Così il campo giusto si sfalda e si indebolisce e lo affermo garantendo la nostra autentica vocazione unitaria e la nostra determinazione nell’obiettivo di dare al Paese un’alternativa realmente competitiva a Meloni. Per la mia comunità è una ferita che rischia di allargarsi sempre più».

«Il problema è che l’ambigua formula di Schlein del “no veti” ha consentito a Renzi di avere uno spazio nel campo progressista, appena dopo aver negoziato le nomine sulle partecipate con Meloni e votato con questa maggioranza in tanti significativi passaggi parlamentari. Gli stessi elettori del Pd, alla Festa dell’Unità e quando mi fermano per strada, mi chiedono di tenere fuori Renzi per non inquinare il progetto politico che stiamo costruendo».

Dalle loro voci, Conte estrapola una metafora: «Non possiamo farci abbindolare da una tigre di carta. Non solo è un grave errore politico che ci toglierebbe consenso, ma in caso di vittoria sarebbe una mina interna pronta a fare implodere il governo e a tenerlo costantemente sotto ricatto. Se questo diventerà lo schema di tutto il Pd, anche se persone come Bettini ne avvertono tutti i pericoli, noi non ci saremo».

“La perniciosa contaminazione con gli affari”

La giornalista del Corsera osserva che starebbe andando oltre: «Non esagero affatto. Noi siamo in politica per contrastare la perniciosa contaminazione con gli affari, per introdurre una cristallina legge sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby…».

L’affondo contro l’ex premier della Leopolda si surriscalda sulla questione Rai: «Per alcuni la politica è un teatrino delle ipocrisie e delle menzogne. Renzi si ritrova a fianco della Schlein a ripulirsi l’anima, dopo aver cambiato la legge nel 2015 che gli ha consentito di passare da anni di selvaggia lottizzazione partitica alla lottizzazione governativa».

Matteo Renzi ed Elly Schlein – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

“Un argomento di grande implosione”

«Mi dispiace che Schlein si ritrovi con i suoi corifei a insultarci, dopo che fino al giorno prima si erano strenuamente impegnati, lo leggo dai giornali, a combattere posto dopo posto in ogni testata giornalistica della Rai».

«La questione Renzi si sta rivelando distruttiva. Rischia di diventare un argomento di grande implosione per la costruzione di un progetto alternativo a Meloni. Non posso accettare che la mia comunità sia calpestata e presa in giro sui princìpi di etica pubblica e contrasto dell’affarismo che per noi sono l’abc della buona politica. Ma non disconosciamo il percorso fatto sin qui con Pd e Avs, dal salario minimo al contrasto all’autonomia differenziata».

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