Home CRONACA Tajani e Calderoli, maggioranza spaccata sull’autonomia differenziata

Tajani e Calderoli, maggioranza spaccata sull’autonomia differenziata

Il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Alle crepe nella maggioranza di governo si aggiungono i problemi che stanno lievitando dopo la promulgazione della legge sull’autonomia differenziata. Un nodo che allunga le distanze tra Forza Italia e Lega, con un alterco importante tra Antonio Tajani e il padre della legge Roberto Calderoli. Il leader di FI è nettamente ostile alle richieste di maggiore autonomia pervenute dalle regioni del Nord. In più, sono già state raccolte 1,2 milioni di firme per un referendum abrogativo. Insieme al quesito sulla cittadinanza e al probabile orizzonte di un ulteriore referendum sul premierato, si profilano seccanti gatte da pelare, per Giorgia Meloni.

Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria vorrebbero maggiore autonomia: «Nel commercio estero, nella cooperazione internazionale e nei rapporti con l’Unione europea non ci sono margini di mediazione», taglia corto Tajani.

«Al di là degli argomenti giuridici perché ne va dell’efficacia e della coerenza dell’azione internazionale dello Stato. Nelle materie di specifica competenza del ministero degli Affari esteri rilevo che talune richieste fuoriescono dal perimetro dell’articolo 116 della Costituzione e riguardano ambiti di competenza dello Stato».

«Mi riferisco a esempio alle richieste attinenti alla cooperazione allo sviluppo, al diritto di intervento nei negoziati nei trattati internazionali e alle proposte tese a derogare ai limiti e ai controlli sull’attività internazionale delle Regioni. In questi ambiti non vedo margini di mediazione».

«La partecipazione delle Regioni alla legislazione europea è già codificata», sentenzia Tajani. «In ogni caso al Consiglio dell’Unione europea partecipano gli Stati e sono gli Stati a rispondere delle violazioni del diritto europeo».

“Azione coordinata”

«Per l’economia italiana il commercio estero ha una importanza strategica, le nostre filiere esportatrici sono profondamente integrate a livello nazionale ed europeo e quindi l’azione della pubblica amministrazione a sostegno delle nostre imprese deve essere coerente, efficace e coordinata».

«Nell’ambito promozionale, nel quale le richieste di maggiore autonomia si sono concentrate, già oggi le Regioni possono svolgere e svolgono azioni di valorizzazione dei propri territori».

Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Abrogazione totale

Intanto le Regioni contrarie al ddl Calderoli hanno depositato due quesiti referendari. Un quesito è identico a quello per il quale sono state raccolte già oltre 1,2 milioni di firme, e cioè l’abrogazione totale della legge.

Ma è stato depositato anche un secondo quesito che prevede l’abrogazione di parte della norma: quella che devolve le materie Lep (livelli essenziali delle prestazioni). Un’alternativa, qualora la Corte costituzionale non dovesse ammettere il referendum sul quesito che abroga tutta la norma.

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