Ancora una furia con intenti omicidi, che si scatena senza motivo su un uomo senza colpe. Torna alla memoria il caso di Adam Kabobo, ghanese, che ammazzò tre persone a colpi di piccone nel quartiere Niguarda, a Milano. Analogamente, l’omicidio scellerato della giovane Sharon Verzeni nel bergamasco, accoltellata da Moussa Sangare senza alcuna ragione, come lui stesso ha riconosciuto. Ora dobbiamo riportare la follia di un ragazzino di 16 anni, che brandendo una mazza da baseball ha aggredito un imprenditore 60enne a Cesano Maderno, ferendolo gravemente.
Non si conosce ancora l’identità dell’adolescente, si sa che ha detto: «Se ci fosse stato chiunque altro sarebbe stato lo stesso, non era lui il mio obiettivo. Non so perché l’ho fatto». Sono stati i suoi familiari a chiamare i carabinieri, dopo aver notato tracce di sangue sui vestiti del ragazzo.
L’imprenditore è stato soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale San Gerardo di Monza, dove è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva, in pericolo di vita, con numerosi traumi.
Sul posto sono poi arrivati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza, unitamente alla squadra rilievi, per repertare i segni lasciati dalla brutale aggressione e la mazza da baseball abbandonata.
Nella stanza del 16enne hanno trovato gli abiti indossati al momento dell’agguato, ancora sporchi di sangue, e alcuni spinelli. Prelevato dalla sua abitazione in esecuzione in stato di fermo, indiziato per tentato omicidio, il minore è stato portato al Beccaria di Milano.
Non risulta affetto da turbe
Il ragazzo è stato ascoltato dai magistrati della Procura dei minori di Milano. Non sarebbe riuscito a spiegare il perché della sua pulsione violenta, mostrandosi confuso e con una chiara difficoltà a esprimersi.
Come confermato dalla stessa Procura, non risultano documenti che attestino difficoltà di natura psicologica del ragazzino.
“Scavare a fondo”
Le indagini sono ancora in corso e il giovane verrà certamente risentito, così come i suoi familiari e quelli del 60enne, che nel frattempo lotta per la vita nel suo letto di ospedale.
«Scavare a fondo» è quanto gli inquirenti hanno dichiarato di voler fare, per cercare una possibile spiegazione a un’aggressione tanto immotivata quanto feroce.