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Carmelo Miano, chi è l’hacker che ha violato i segreti d’Italia: la Russia e il sito porno che l’ha tradito

Si è inventato una rivendita illegale virtuale dal nome prestigioso: Berlusconi Market. E per il sito di bitcoin ha usato i genitori come prestanome. L’ammissione davanti al Gip: «Sì, sono stato io»

Carmelo Miano possedeva tre milioni di dollari in bitcoin. E parlava con i russi dalla sua casa romana alla Garbatella. Aveva creato un mercato illegale virtuale dal nome prestigioso: Berlusconi Market. E gli investigatori della polizia postale lo hanno individuato quando ha commesso un errore banale: si è collegato in chiaro a un sito porno.

Il 23enne ha cominciato a infiltrarsi nei sistemi informatici del tribunale di Gela e poi in quelli della procura di Brescia e del ministero della Giustizia. Perché voleva sapere a che punto erano le indagini nei suoi confronti per i reati di truffa a un’assicurazione e per traffico di criptovalute. Da lì si è spinto a penetrare nei siti di Guardia di Finanza, Tim, Telespazio. Ma anche nel dark web. Dove si trovano armi e droga e si incrociano personaggi piuttosto pericolosi.

«Sì, sono stato io», le parole dette ieri durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari di Roma. Con lui c’era l’avvocato Gioacchino Genchi, ex consulente delle procure finito nei guai per la vicenda dei tabulati. Il legale ha chiesto lo spostamento del procedimento a Perugia, visto che Miano ha violato i profili dei pm che seguivano le sue inchieste. E ha anche detto che «la contestazione del danneggiamento del sistema informatico non sussiste, visto che il sistema era già disastrato e privo di sistemi di protezione».

Secondo gli investigatori Miano «è il più bravo che esiste in Italia». Secondo l’accusa agiva con la complicità di un agente infedele amico di famiglia che si chiama Ivano I. E di altre tre persone, tra cui il padre Antonino. Per ironia della sorte, Miano lavorava alla NttData, società specializzata in cybersecurity.

Chi è Carmelo Miano


Miano è figlio di un funzionario sanitario e ha una sorella minore che studia medicina. Ha frequentato il liceo scientifico dando subito prova delle sue capacità e dei suoi talenti. Ma è stato anche bullizzato a Gela, tanto da abbandonare per un certo periodo la scuola. La polizia postale lo ha cercato per quattro anni. Mentre lui violava le mail e le piattaforme social dei magistrati, costringendoli a non utilizzarle.

Tra gli accessi, anche quelli al portale Russia Market 99, che vende informazioni sensibili. Ha anche accumulato tanti soldi in bitcoin. C’è chi parla anche di 7 milioni di euro. Ma non li ha mai toccati. Ora si trova in isolamento a Regina Coeli. E rischia fino a 30 anni di galera. Si è laureato in ingegneria informatica all’università Unicusano. L’appartamento preso in affitto a Roma è di proprietà di un magistrato del Consiglio Superiore della Magistratura.

L’ombra della Russia


I legami con la Russia si vedono dalle sue frequentazioni. Russian Market 99 è un sito di e-commerce del Criminal Hacking dedicato alla vendita illegale di informazioni sensibili come password, dati bancari e carte di credito, particolarmente orientato all’Italia», scrivono i magistrati nell’ordinanza citata oggi da Repubblica. Per questo dovrà fronteggiare anche l’accusa di riciclaggio.

Per le criptovalute ha creato lui stesso un mercato, il Berlusconi Market, dove ha utilizzato i genitori come prestanome. Ha usato le credenziali di un pubblico ministero di Napoli per bucare alcune reti. E alla fine il suo ip è stato tracciato con successo soltanto quando si è collegato a un sito porno.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.