Home CRONACA Al corteo pro Pal l’intifada dei “soliti ignoti” incappucciati

Al corteo pro Pal l’intifada dei “soliti ignoti” incappucciati

I disordini del 5 ottobre a Piazzale Ostiense, durante il corteo pro Pal - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Il copione è spesso quello visto sabato 5 ottobre a Roma. Il corteo pro Pal si raduna in piazzale Ostiense, davanti alla Piramide Cestia. Pare che vi siano arrivate oltre seimila persone, un po’ da tutta Italia, anche bambini con la bandiera della pace e disabili. La manifestazione si trasforma in guerriglia appena circa duecento attivisti incappucciati partono all’attacco lanciando sassi, bottiglie e persino un cartello stradale contro la polizia, in assetto da sommossa. Per il Viminale, «uno schema già visto in altre occasioni che vede le frange violente mimetizzarsi tra i manifestanti pacifici per poi poter scatenare gli incidenti».

Un assalto tra bandiere di Hezbollah e cori quali «Free free Palestine», «Netanyahu assassino» e insulti per Giorgia Meloni e il suo governo. Tutto organizzato in un vero e proprio piano di battaglia. Iniziato quando i più duri, con i cappucci neri a travisare il volto, hanno spinto lo striscione di testa «Palestina libera», con dietro molti ragazzini, verso le camionette delle forze dell’ordine.

Le indagini si stanno concentrando sui torinesi di Askatasuna e frange dell’antagonismo milanese. E poi sui gruppi militanti dei licei romani (Osa, Cambiare rotta) e alle teste più calde tra i palestinesi di Udap, Api, Gpi.

Assistono all’intifada alla romana tante famiglie, bambini, studenti di 14 anni che hanno inventato una scusa ai genitori e pure quelli del Disability Pride Italia, sulle loro carrozzine o con i bastoni telescopici.

Daniele Pifano, 78 anni, leader dell’Autonomia, ha provato a mediare per i Pro Pal con la Digos: «Io gliel’ho detto fino all’ultimo alle forze dell’ordine. Ho detto: noi siamo stati buoni e calmi fin adesso, ora però fateci sfilare in corteo almeno fino al Colosseo con i nostri striscioni».

“Gestione della piazza assurda”

«Ma loro non hanno voluto ascoltare, una gestione della piazza assurda, ci hanno concesso solo un giro del palazzo, E allora ecco, qualcuno si è sentito preso in giro…».

Il movimento studentesco Cambiare Rotta spiega la sua visione degli incidenti attraverso il portavoce Tommaso Marcon, 20 anni: «Notiamo con stupore l’assenza di parlamentari dell’opposizione per mediare con la polizia».

“Permettono ai fascisti i saluti romani e a noi vietano i cortei”

«Permettono ai fascisti di Acca Larentia di fare ogni anno i saluti romani per strada. La chiamano manifestazione del pensiero. E a noi invece vietano i cortei. Io ho appena fatto un esame di Diritto e mi risulta siano ancora in vigore gli articoli 20 e 21 della Costituzione».

Nel frattempo, Cambiare Rotta predispone il «No Meloni day» di venerdì 11 ottobre, davanti al Miur. Uno degli slogan centrali per loro è: «Nessuna base nessun soldato, fuori l’Italia dalla Nato».

Articolo precedenteCarmelo Miano, chi è l’hacker che ha violato i segreti d’Italia: la Russia e il sito porno che l’ha tradito
Articolo successivoÈ morto Sammy Basso, il malato di progeria più longevo al mondo: il malore al ristorante dopo il premio