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Cacciato dall’Italia l’imam integralista islamico

L'imam Zulfiqar Khan, espulso dall'Italia con un decreto firmato dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - Fonte: Web - Dillingernews.it

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha siglato il decreto di espulsione dall’Italia di Zulfiqar Khan, l’imam della moschea di via Jacopo Di Paolo a Bologna. Nel documento si scrive che il religioso “è emerso all’attenzione sotto il profilo della sicurezza dello Stato dall’autunno 2023, per il suo crescente fanatismo ideologico e per la sua propensione verso posizioni radicali di matrice islamica”.

Il predetto ha più volte manifestato una visione integralista del concetto di jihad, arrivando a definirlo quale pilastro della religione islamica e ha esaltato il martirio e l’operato dei mujahidin nell’ambito dell’odierno conflitto israelo-palestinese, definendoli come martiri che hanno perso la vita e rivendicando il suo pieno sostegno all’organizzazione terroristica Hamas”.

Il decreto riporta anche le sue manifestazioni di appoggio ad Hamas: “In un video pubblicato sui social network nell’aprile 2024, lo straniero de quo (in questione, ndr) ha rivolto un invito ai musulmani in Europa esortandoli a ‘svegliare le menti dormienti delle genti’ e concludendo il messaggio con la seguente affermazione: ‘Se qualcuno mi dice a me: sei estremista islamico? Io dico sì, perché estremismo di stampo terroristico’.

Inoltre, Khan sarebbe “in contatto con cittadini stranieri emersi all’attenzione nell’ambito di attività investigative per la loro appartenenza agli ambienti dell’Islam ultra-radicale e in grado di favoreggiare l’infiltrazione nel territorio bolognese di organizzazioni politico-religiose e para-terroriste”.

Lo si accusa poi di “forte risentimento antioccidentale e antisemita e di retorica omofoba e antifemminista“. Per l’imam “l’omosessualità è come una malattia da curare, che ogni musulmano ha il dovere di contrastare per evitare conseguenze catastrofiche, quali addirittura l’estinzione stessa del genere umano”. Alle donne “non dovrebbe essere consentito di viaggiare o pernottare senza un accompagnatore o un membro della famiglia”.

Rifiuto dei valori

Posizioni che “per la loro gravità e per l’arco temporale in cui sono maturate depongono per una totale mancanza di integrazione sociale e culturale e sono indicativi del rifiuto, da parte del cittadino pakistano de quo, dei valori portanti del paese ospitante“.

L’avvocato di Kahn, Francesco Murru, obietta: «Spiace constatare che siamo tornati a uno stato di polizia e al perseguimento di presunti reati d’opinione. Dalla documentazione, infatti, si deduce che le motivazioni espresse dal ministro Matteo Piantedosi, sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento».

Il vicepremier Matteo Salvini, 51 anni – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

L’esultanza di Salvini

Da tempo Zulfiqar Khan veniva visto come una “bestia nera” dal Carroccio e da Fratelli d’Italia. Ad aprile il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli ha pubblicato un video di Zulfiqar Khan dove sbraita: “Dobbiamo ucciderli tutti, anche i più piccoli e le donne incinte“. A giugno, riprendendo un altro video, anche l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri ha scritto, in un tweet: “Dal mio punto di vista, un predicatore del genere non dovrebbe poter mettere piedi in Italia… Figurarsi insegnare cosa sia la ‘verità’ o la ‘giustizia’ in un luogo religioso“.

La Lega applaude all’espulsione con Matteo Salvini: «Finalmente lo abbiamo rispedito a casa. Giusto così!». Stessa soddisfazione in FdI: «Avevamo segnalato con la nostra interrogazione al ministro dell’Interno la pericolosità sociale di questo predicatore di odio, che per il tramite dei suoi sermoni, soprattutto dopo il 7 ottobre, aveva attaccato con inaccettabili insulti gli ebrei, gli americani e tutto il mondo occidentale, rivendicando il sostegno ad Hamas», hanno commentato i due parlamentari Marco Lisei e Sara Kelany, responsabile Immigrazione del partito.

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