Al summit del Med9 di Pafo (Cipro), si registra la creazione di un asse tra Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez avverso agli attacchi dell’esercito israeliano alle truppe Unifil in Libano. I tre leader hanno diramato una comunicazione congiunta, bollando così la crisi: “È inaccettabile e non deve più ripetersi”.
Si prospettano inoltre nelle prossime ore telefonate ai massimi livelli con Benjamin Netanyahu. Il presidente francese e il primo Ministro spagnolo ammoniscono: “Bisogna cessare la vendita di armi a Israele, unica leva per mettere fine ai conflitti“. Il summit si avvale della presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del re di Giordania, Abdullah II Al-Hussein.
Si legge ancora nel comunicato: “Questi attacchi sono ingiustificabili e dovranno finire immediatamente”. Macron, come al solito can che abbaia: “Non lo tolleriamo e non vogliamo che ciò si ripeta“.
Meloni ribadisce lo stop ad atti “inaccettabili che violano la risoluzione 1701 dell’Onu”. Netanyahu rischia l’autoisolamento, Roma ha già da tempo chiesto la rimodulazione del mandato e delle regole di ingaggio della missione di pace dei caschi blu al confine fra Libano e Israele.
“Il contributo della missione Unifil alla cessazione delle ostilità sarà fondamentale“. Ma non ci si nasconde il problema della Russia nel Consiglio di sicurezza, per arrivare a un consenso unanime. Potrebbe essere argomento del Consiglio supremo di difesa, convocato al Quirinale il 23 ottobre alle ore 10.
“Rafforzare le forze armate libanesi”
«Durante il G7 della Difesa», anticipa la premier italiana, «prevediamo un’iniziativa per rafforzare le forze armate libanesi». Parigi e Madrid spingono per cessare i rifornimenti militari a Israele, invocando il resto della comunità internazionale ad aderire al loro embargo.
«È l’unica leva per porre fine ai conflitti», è convinto Macron, «davanti alla violazione del diritto internazionale per l’invasione del Libano».
La fermezza di Sanchez
A Roma per incontrare Papa Francesco, il premier Sanchez ha dichiarato: «Il governo spagnolo dallo scorso 7 ottobre non fa esportare qualsiasi tipo di arma o materiale militare in Israele, niente. Se non si rispettano il diritto internazionale e i diritti umani, elementi essenziali dell’accordo di associazione fra Unione Europea e Israele, c’è solo una strada: rivedere questi accordi».
Si conta molto sul sovrano giordano per il piano mirato a risolvere il dramma dei rallentamenti nella distribuzione di aiuti a Gaza. Per Meloni, «si tratta di una leadership estremamente importante e preziosa in tema di moderazione e ricerca della pace». Quindi ha accettato l’invito a volare presto ad Amman, rivoltole da Abdullah II.