«Lo uccido, io sono di Rozzano», secondo un buttafuori del locale milanese The Club, Fedez avrebbe pronunciato queste parole nello scontro con Cristiano Iovino
«Started from Rozzano now we’re here». Così Fedez scriveva anni fa sul suo profilo Instagram. A corredo del post, una foto di lui appoggiato a una Lamborghini grigia cabrio. Appena comprata, da sfoggiare, un po’ come a dire: «Sono partito dal basso e ora sono arrivato qui».
Era il 2018. Aveva 29 anni. Ed era ancora con Chiara Ferragni. Anche il presunto coinvolgimento nella rissa con il personal trainer dei vip Cristiano Iovino doveva ancora avvenire.
«Risanare le periferie di Rozzano, creare nuovi luoghi di aggregazione e socialità», si legge sul sito Fondazione Fedez. Che ha sostenuto nel 2022 un progetto di riqualificazione del centro cittadino “per aiutare la periferia da cui Fedez stesso proviene e in cui abita ancora la sua famiglia”. Al sindaco, Gianni Ferretti, aveva consegnato un assegno di 130.000 euro per contribuire alla creazione del nuovo parco dello sport. In particolare uno skatepark di circa 2mila metri quadrati.
Ma anche di un’area multifunzione per il calcetto, una per la pallavolo e la pallacanestro (oltre a diverse attrezzature sportive e un’area dedicata al parkour). Nell’incontro con il primo cittadino aveva ricordato: “Credo che sia fondamentale non dimenticare mai le proprie radici”.
La frase choc
«Lo uccido, io sono di Rozzano», secondo un buttafuori del locale milanese The Club, Fedez l’avrebbe pronunciata nello scontro con Cristiano Iovino. Il personal trainer è stato poi inseguito e pestato. Parole che avevano fatto infuriare il sindaco del comune lombardo, Gianni Ferretti. Che su Facebook aveva scritto: “Basta coi luoghi comuni, ci rifiutiamo di subire queste etichette. Rozzano è abitata per la stragrande maggioranza da persone oneste e perbene. Ospitiamo un quartiere popolare che è il più grande d’Italia e uno dei più grandi d’Europa, che declina delle problematiche, ma che non ci rende diversi da tutti gli altri Comuni d’Italia. Questa è la Rozzano che vogliamo raccontare, e non quella che ci descrive come culla della malavita”.
Anche i residenti si erano infuriati: “I fatti di cronaca ci sono stati e, come accade ovunque, ci saranno sempre. Rozzano, come tutte le città, ha i suoi problemi e le sue criticità, ma li affrontiamo a testa alta, con senso di responsabilità e fiducia. Non ci tiriamo indietro di fronte alle difficoltà, ma ci impegniamo ogni giorno per trovare soluzioni concrete, senza perdere di vista l’importanza del vivere civile e del rispetto reciproco”. E ancora: “Il nostro Comune alle porte di Milano è noto per il suo valore e prestigio legato alla cultura e alla storia. Il centro culturale Cascina Grande è un punto di riferimento per eventi e mostre, immerso in un’area verde che invita alla riflessione e alla socialità. Il Civico Osservatorio Astronomico custodisce un antico telescopio del 1800 e la cupola più grande d’Europa nel suo genere. Il Castello Visconteo, con la sua storia secolare, testimonia l’importanza della zona nel passato, mentre le chiuse vinciane sul Naviglio Pavese, progettate da Leonardo da Vinci, rappresentano un capolavoro ingegneristico ammirato ancora oggi. Questi luoghi sono riconosciuti e apprezzati sul territorio, arricchendo il patrimonio di Rozzano. Siamo stanchi di essere identificati con etichette negative che dipingono Rozzano come sinonimo di malavita. Questa reputazione non ci appartiene, e lo affermiamo con determinazione e orgoglio. La nostra città è molto di più e merita di essere conosciuta per la sua vera essenza”.
L’omicidio a Rozzano
C’è un problema di criminalità a Rozzano? «Alle tre di notte non c’è in giro nessuno per Rozzano: quello che è accaduto è dovuta alla follia di un singolo che ha ammazzato un’altra persona per un cuffietta da 20 euro». Così all’Adnkronos Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano, a proposito dell’omicidio di Manuel. «Se si vuole dire che Rozzano è una città criminale, allora sono io che non capisco nulla: mi chiedo però come si faccia a prevenire la follia umana», dice il primo cittadino che argomenta: «Che ci sia un problema di criminalità è sicuramente vero, ma come c’è in tantissimi Comuni della provincia milanese», afferma. «Problemi di notte? Almeno dalle email che ricevo, è soprattutto perché ci sono schiamazzi: io credo di conoscere la mia città, ci vivo dal 1967, poi se c’è una realtà a me sconosciuta faccio ammenda», conclude.