Liam Payne non si è suicidato e avrebbe potuto salvarsi. Questa è l’affermazione fatta dalle persone vicine all’ex One Direction, morto mercoledì a Buenos Aires all’età di 31 anni dopo essere caduto dal terzo piano dell’hotel CasaSur.
Il Mail On Sunday ha scoperto che amici e parenti del cantante credono che se i dipendenti dell’hotel avessero chiamato un’ambulanza in tempo, quando aveva subito un crollo nella hall dell’albergo, si sarebbe salvato. Invece è stato riportato nella sua stanza, lasciato solo in evidente stato alterato. Nella sua stanza la polizia ha trovato il cristal, un potente allucinogeno che provoca episodi psicotici.
Liam Payne “non aveva intenzione di uccidersi. Aveva tanti piani per il futuro. Voleva vivere”. Sono queste le parole di un amico della famiglia del cantante: “Ci aveva promesso che non si sarebbe mai suicidato», ha continuato, chiedendosi perché, nonostante non stesse bene, Payne era stato lasciato solo.
Poche ore prima di morire, ha detto, il cantante “stava rielaborando una delle sue canzoni preferite”, Fireproof. Si trovava lontano da casa perché costretto a lasciare gli Usa per rinnovare il visto. Aveva scelto l’Argentina per assistere al concerto dell’ex compagno, Niall Horan. Era stato costretto a trattenersi più a lungo del previsto perché l’ambasciata Usa aveva chiesto una visita medica e psichiatrica prima di approvare i documenti. “Aveva superato ogni esame, era pulito. Aveva intenzione di partire venerdì e tornare a Miami”, ha concluso l’amico.