A Ornella Vanoni ci sono voluti novant’anni. Finalmente, il suo primo Tapiro d’Oro, consegnatole a domicilio da un Valerio Staffelli insolitamente in soggezione. «Cos’è?», reagisce lei aggrottando le sopracciglia stupita. «È il nostro Tapiro d’Oro per lei, signora». «Che nappa che ha! Che animale è?». «L’attapiramento», spiega paziente Staffelli, «va a chi subisce un torto. Lei ha raccontato che da due anni aspetta di cantare con Marracach». «Vorrei scrivere un pezzo con lui», risponde Ornella, reticente a spiegare come mai il progetto non sia ancora andato in porto. «Non so perché non la voglia fare. Mi dice sempre: “Vedrai, vedrai…”».
Staffelli la incalza, chiede se non pensa di rivolgersi a qualcun altro: «Marracach è il migliore». Ma Gino Paoli? «Ma se non sta più in piedi! È sempre lì che dorme. Non esce neanche dalla porta di casa, figuriamoci se sale su un palco. La moglie gli ha comprato un tapis roulant: manco quello usa».
L’attapiratore di Striscia la notizia cerca di provocarla evocando Elodie che, avrebbe detto Ornella, usa troppo il proprio corpo. «No, fa benissimo. Quel che penso è che debba studiare di più per migliorare la sua voce».
Si passa all’allontanamento di Teo Teocoli da casa Celentano: «Adriano non esce più di casa, ha paura dei virus». Viene mandato in onda lo spezzone di un’intervista dove Ornella Vanoni spiega di stare cercando una badante che le rolli le “sigarette” per farla dormire: l’ha poi trovata? «Me le faccio io, faccio prima».
Presentando il suo nuovo album di cover Diverse, Ornella ha raccontato di essersi «appoggiata a dei giovani produttori: voglio che la gente balli. Chi vuole le versioni originali, si compri i dischi di prima».
I fagioli e la fama
Nella raccolta manca L’appuntamento, forse la sua canzone più popolare: «Mi sono rotta di quel brano, quando interpreti la stessa canzone per trent’anni non la senti più come all’inizio. Anche se è quello che ha fatto cadere la parete divisoria tra me e il pubblico. Quella con cui sono entrata nel cuore degli italiani e non. Debbo dire che la conoscono proprio tutti, perfino in Iran».
«Hanno fatto pure un sacco di pubblicità con quel brano. In Irlanda e in Inghilterra, ad esempio, ci hanno chiesto L’appuntamento per gli spot dei fagioli Heinz, dove accade questo: un signore parte per andare a fare trekking, ha con sé tutto tranne una cosa, la sua scatola di fagioli, così inizia a piangere con L’appuntamento in sottofondo. Abbinamento molto divertente».
“Ogni giorno è un regalo”
«Ammetto che a un certo punto mi sono pure stufata di cantarla, poi, però, ho pensato che mi ha resa famosa in tutto il mondo e l’ho rimessa in scaletta».
I suoi primi novant’anni: «A questa età ogni giorno è un regalo e sono felice di poter usare ancora oggi la mia voce, condividerla con gli altri. Ma dimmi te se, dopo aver vissuto tanto, devo morire proprio adesso che mi sembra di aver capito tutto».
