Home CRONACA Papa Francesco: “Chi pensa ai poveri non è comunista”

Papa Francesco: “Chi pensa ai poveri non è comunista”

Papa Francesco, 87 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Papa Francesco entusiasma la basilica laterana pontificando che i preti e le suore che lavorano con i poveri non sono “comunisti” ma seguono il Vangelo. «Per favore, il povero non può essere un numero, non può essere un problema o peggio ancora uno scarto. Egli è nostro fratello, è carne della nostra carne. E per favore, non diciamo che i preti, le suore che lavorano con i poveri sono dei comunisti! Per favore, questo si dice ancora».

Ci sono il sindaco Roberto Gualtieri, il suo vicario per la diocesi di Roma Baldo Reina, le testimonianze di semplici fedeli. Mariagrazia Stoina gli racconta del suo quartiere, Tor Bella Monaca, Daniele Leppe lamenta che i fondi per il Giubileo sono stati usati per abbellire «i quartieri bene e non per aiutare gli abitanti più sfortunati. Il giornalista Marco Damilano espone i dati della crisi che tormenta una città dove molti giovani hanno smesso di votare e di pregare.

«Sono contento che, in questa Diocesi, si spendono ogni giorno in tanti» continua il Pontefice. «Penso ai volontari, agli operatori della Caritas e delle altre realtà e associazioni presenti nel territorio, ai tanti cittadini che nel silenzio operano il bene; al contempo, però, dobbiamo sentire la questione della povertà come un’urgenza ecclesiale, che diventa impegno e responsabilità di tutti e sempre».

«Portare il lieto annuncio ai poveri è il programma della Chiesa. Essa, perciò, è chiamata ad assumere uno stile che mette al centro coloro che sono segnati dalle diverse povertà, i poveri di cibo e di speranza, gli affamati di giustizia, gli assetati di futuro, i bisognosi di legami veri per affrontare la vita. Rendiamoci presenti presso i poveri e diventiamo per loro il segno della tenerezza di Dio!».

«Come possiamo accettare che nella nostra città si buttino quintali di cibo e allo stesso tempo ci siano famiglie che non hanno da mangiare? Io lo vedo in un ristorante, a 50 metri dal Vaticano. I poveri vanno a cercare il cibo che buttano tutte le sere. Come possiamo accettare che siano migliaia di spazi vuoti e migliaia di persone che dormono su un marciapiede? Che alcuni ricchi abbiano accesso a tutte le cure che necessitano e che il povero quando sta male non riesce a curarsi dignitosamente? Una città che assiste inerme a queste contraddizioni è una città lacerata, così come lo è l’intero nostro pianeta».

Ricucire lo strappo

Il tema del giorno è “ricucire lo strappo”. «È vero, qualcosa si è strappato! Il grande tessuto sociale, a motivo delle disuguaglianze, conosce quotidianamente rotture che fanno male. Ecco che allora è necessario ricucire questo strappo impegnandoci a costruire delle alleanze che mettano al centro la persona umana e la sua dignità. Per fare questo occorre lavorare insieme, armonizzare le differenze, condividere ciascuno il dono e la missione che ha ricevuto».

«E questo significa anche crescere nel dialogo: il dialogo con le istituzioni e le associazioni, con la scuola e la famiglia, il dialogo tra le generazioni, il dialogo con tutti, anche con chi la pensa diversamente. Per ricucire lo strappo serve la pazienza del dialogo senza pregiudizi, confrontandosi con passione sulle idee, sui progetti e sulle proposte utili a rinnovare il tessuto della Città. Insieme possiamo rischiare delle strade nuove, vincendo il virus dell’indifferenza, che tutti ci contagia come se quanto accade, negli angoli della nostra Città e del pianeta, non ci riguardasse».

Papa Francesco incontra il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj – Fonte: Ipa – Dillingernews-it

Uscire dall’indifferenza

«Per ricucire abbiamo bisogno innanzitutto di uscire dall’indifferenza e lasciarci coinvolgere in prima persona! Sarebbe bello se dall’incontro di stasera si uscisse con qualche impegno concreto, verificabile sulla linea di uno sforzo comune mirato ad azioni capaci di aiutarci a superare le disuguaglianze».

«Vorrei chiedervi questo: valorizzate di più, nella pastorale ordinaria e nella catechesi, il pensiero sociale della Chiesa È importante, infatti, formare le coscienze alla dottrina sociale della Chiesa, perché il Vangelo sia tradotto nelle diverse situazioni di oggi e ci renda testimoni di giustizia, di pace, di fraternità. E tessitori di una nuova rete solidale nella Città, per ricucire gli strappi che la lacerano».

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