Sigfrido Ranucci anticipa foto che saranno mostrate la sera di domenica 27 ottobre da Report: sarebbero una fonte di prova clamorosa nella disputa legale tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia. Si vede una lunga ferita sulla testa dell’ex ministro della Cultura, che sostiene di essere stato aggredito a unghiate dall’imprenditrice di Pompei in un hotel di Sanremo.
Il servizio di Report, come anticipato da La Verità, usa l’episodio come «snodo per collegare le attività della fondazione Maxxi, precedentemente guidata da Giuli, ad Alessandro Spano», che al museo di via Guido Reni era segretario generale (nominato da Giovanna Melandri) e che è diventato «l’uomo ombra di Giuli nei suoi due anni di presidenza, per passare alla funzione di capo di gabinetto del ministero dopo il defenestramento di Francesco Gilioli, testimone di alcuni passaggi clou della querelle Sangiuliano-Boccia, e messo alla porta, coincidenza, pochi giorni dopo la sua deposizione in Procura».
Dimissioni che, puntualizza Ranucci, «sono arrivate dopo le anticipazioni di Report, che ha scoperto un importante conflitto di interesse all’interno della Fondazione Maxxi, e dopo la pubblicazione di alcune chat interne a gruppi di Fratelli d’Italia che avevano esposto Spano a insulti di natura omofoba».
Sulle dimissioni dell’ex capo di gabinetto, Ranucci conferma: «Non crediamo di aver avuto un ruolo in questo, sicuramente il fatto di aver anticipato un conflitto di interessi al Maxxi ha avuto un peso».
«Ma credo che le motivazioni delle dimissioni vadano cercate nei contenuti delle chat del gruppo di Fratelli d’Italia che sono state anticipate dai giornali e dagli attacchi omofobi, non certo nello sguardo di Report, che è lontano dal gossip e l’omofobia ma solo nell’interesse pubblico».
Puntata delicata
«Ovviamente è una puntata molto delicata», dice Ranucci, «come avete potuto leggere dalle anticipazioni. È arrivata poche ore fa la notizia che Gasparri chiede di fermare la puntata di Report, noi siamo certi che non violiamo nessuna normativa Agcom».
«Ricordo a tutti che il silenzio elettorale riguarda i politici e i partiti, non i giornalisti. Oltretutto essendo un’elezione territoriale non contempla neanche il numero per l’osservazione della par condicio a livello nazionale. Sono tranquillo». L’Agcom precisa di non avere «alcun potere preventivo sulle trasmissioni, solo ex ante come accadde per una puntata di Far West in par condicio con un servizio su Renzi, o il Cavallo e la Torre. Il potere preventivo ce l’ha solo la prefettura».
Il referente della destra neofascista
Report il 27 ottobre manderà inoltre in onda l’intervista al referente della destra extraparlamentare neofascista e neonazista Rainaldo Graziani: l’argomento è Alessandro Giuli, si scava nelle «origini della vita politica dell’attuale ministro della Cultura: Graziani lo definisce una figura brillante all’interno dell’organizzazione Meridiano Zero, movimento di ispirazione neonazista e influenze esoteriche».
Giuli guarderà il programma a casa, «in diretta al telefono col mio legale. Giovedì mattina e giovedì sera ho avuto la troupe delle Iene sotto casa, la sera tornavo con la moglie da Venezia dove ero stato per una presentazione alla Biennale, la troupe mi ha quasi aggredito fisicamente, mia figlia di 9 anni non smetteva di piangere perché ci stava aspettando sul balcone col fratellino di 6 anni… Va bene servire la Patria, è un dovere essenziale, ma penso che lo sia proteggere la propria famiglia, i bambini». Sa già che cosa aspettarsi riguardo referente della destra extraparlamentare neofascista e neonazista: Report «manderà in onda un estratto di una intervista a Rainaldo Graziani, fondatore di Meridiano Zero e figlio del fondatore di Ordine Nuovo Clemente Graziani, che mi definisce un traditore. Quindi Graziani rischia di diventare così uno dei miei migliori avvocati».