Storia della colonna infame che sbarra la strada tra Corrado Formigli e Paolo Corsini. In una puntata di Piazzapulita, un’inviata del programma si avvicina col microfono al direttore approfondimenti Rai. Che pronuncia proprio quell’epiteto: “L’infame”. Era riferito al suo ginocchio “gonfio come un melone”, spiegherebbe Corsini. Ma Formigli non si genuflette e aspetta le scuse dei vertici della tv pubblica.
«Se uno come Paolo Corsini resta al suo posto», sibila Corrado Formigli, «è un problema della Rai, non per La7. Anzi per noi è pure un vantaggio». Non vede un motivo a quella scomposta reazione: «Francamente no. Io non ho il piacere di conoscerlo, non ci siamo mai parlati, né l’ho mai insultato».
«L’unica volta che me ne sono occupato è quando abbiamo mandato in onda lo spezzone in cui da capo degli approfondimenti Rai è salito sul palco di Atreju e si è definito militante di FdI. Chiedendo se sia giusto che un alto dirigente della tv di Stato che si occupa dell’informazione pubblica dichiari la sua fede politica in modo tanto sfacciato e plateale».
Formigli lamenta l’ostracismo della premier alla sua trasmissione: «Il veto di Meloni su Piazzapulita non è un mistero: sono anni che lei declina i nostri inviti e da un po’ impedisce anche ai suoi esponenti di partito di partecipare. Ci sta che qualcuno sia più realista del re e pensi, offendendoci, di farle un favore. In fondo è successo anche alla Gnam per la festa del Tempo: gli unici due giornalisti tenuti fuori, anche se accreditati, sono stati i nostri».
Cercando una spiegazione a quell’ingiuria, «io credo che la cosa sia molto più semplice, che la reazione di Corsini sia dovuta al grande nervosismo generato dalla lunga serie di flop che ha collezionato. Non ne azzecca una. Detto questo, ho trovato l’insulto gratuito e fuori luogo».
“Cosa pensa di fare la Rai?
«Mi domando che cosa pensa di fare la Rai. C’è un libro scritto da Massimo Arcangeli in cui sono riportati alcuni post scritti da Corsini su Fb. In uno, del 9 ottobre 2012, cita Mussolini: “Il giornale per noi è un partito, una bandiera, un’anima”. Per me va bene che uno abbia queste idee, ma non dovrebbe dirigere i talk del servizio pubblico».
Paolo Corsini se ne infischia del conduttore di Piazzapulita: «Io a Formigli non chiedo scusa, semmai chiedo scusa alla mia azienda. E dico pure una cosa: se l’amministratore delegato dovesse chiedermelo, sarei pronto a fare un passo di lato. Perché se tutti questi attacchi, prima che a me, recano danni all’azienda, io mi faccio da parte. Ma scuse a Formigli, proprio no. Quello dell’altra sera è stato un agguato».

La magnetoterapia
«É stato Formigli che ha deciso che quella parola era diretta a lui e l’ha mandata in onda, la verità è che io ho un ginocchio gonfio come un melone, faccio la magnetoterapia…».
«É vero, io non avevo alcuna voglia di parlare con Piazzapulita perché è da un anno che quella trasmissione mi attacca. Se avessi avuto il ginocchio a posto, sarei scappato senza problemi. Ne parlerò con gli avvocati. In Rai ci sarà un procedimento di disciplina, porterò anche lì i miei argomenti».