Spiace sospettarlo, pare che Carlo Verdone stia diventando un po’ trombone. Da erede della commedia all’italiana, con film azzeccati come Maledetto il giorno che ti ho incontrato, ad attore e regista egoriferito, pur con grande ironia, nella serie Vita da Carlo. È alla Festa del Cinema di Roma per lanciare la terza stagione: bacchetta Elly Schlein e si aggrappa al Festival di Sanremo.
Elogia la sua nuova serie: «Una bella scrittura del copione, tanti avvenimenti che riguardano i tanti personaggi che ruotano intorno a me e poi il divertimento di questo azzardo, che faccio, di essere direttore artistico del Festival di Sanremo».
«Se farei mai davvero il direttore di Sanremo? No, per carità, sarei terrorizzato, non è il mio mestiere, lo facessero gli altri».
Verdone butta il cuore oltre l’ostacolo e si proietta già nel prossimo copione: «Facendo tanti provini per la quarta stagione e vedendo come si sono comportati tutti i ragazzi nelle mie serie, io e Vestoso, l’altro regista, abbiamo capito che c’è un gruppo sterminato di ragazzi di 20 anni che amano il cinema e che hanno delle qualità enormi».
«Quindi secondo me il futuro è in buone mani, questi ragazzi, se avranno una chance, faranno delle belle cose».
“Non siamo mica l’America”
Venendo alla leader del Partito democratico, è scettico sul suo recente show: «Non siamo in America dove Eminem che dà la mano alla Harris può spostare qualcosa».
«Qua da noi la musica non ha mai cambiato nulla. Quanto alla Schlein, che vada pure sul palco di J-Ax, ma mi piacerebbe sentirla parlare in maniera un pochino più diretta dei problemi delle persone uscendo dai soliti cliché».
Liquidando Berlinguer
Inutile richiamarsi a leader di una politica che ha fatto la storia della sinistra: «Berlinguer è un personaggio del passato, oggi non interessa più perché è passato troppo tempo, fa parte di un’altra epoca, è cambiata la società».
«La gente oggi vota solo chi fa pagare di meno… Purtroppo è un’epoca in cui non ci sono eccellenze politiche. Non solo in Italia».