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LA NAVE PARTE e non è solo un nuovo trasferimento in Albania, ma il primo “a carico pieno”. Mentre montano nuove polemiche sui costi dell’operazione, il governo di Giorgia Meloni tira dritto

Lunedì il meteo dovrebbe consentire l’avvio delle operazioni, già rinviate per due volte. Una prima “preallerta” fissata per mercoledì è saltata per l’ondata di scirocco che ha alzato onde fino a quattro metri e di fatto azzerato gli arrivi.

La seconda, prevista per i giorni successivi è stata fatta slittare per le condizioni non ottimali del mare.

Dalla serata di sabato il Mediterraneo dovrebbe tornare ad essere clemente e dopo due settimane di tempesta è prevedibile che in tanti tentino la traversata, tanto dalla Libia, come dalla Tunisia. Dopo il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea del provvedimento il rischio è che l’Europa superi il decreto italiano sui paesi sicuri.

Mettendo una pietra tombale su tutto. Anche se già oggi i giudici possono negare i rimpatri. E su tutto aleggia una teoria del complotto che comprende la riforma della giustizia.

A cosa servirà la ripresa dell’operazione Albania

La ripresa dell’operazione Albania servirà a ricominciare a utilizzare l’hotspot albanese. Comprese le tre strutture del centro di Gjader: quella per i richiedenti asilo, quella per i migranti da rimpatriare e il penitenziario. Ci sono 300 lavoratori: traduttori, addetti alle pulizie, personale medico e infermieristico. Oltre alle forze di polizia.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.