I giudici della sezione immigrazione hanno sospeso la convalida del fermo dei sette migranti (cinque dal Bangladesh, due dall’Egitto) trattenuti in Albania e deciso di rinviare il quesito alla Corte europea. Significa che gli extracomunitari tornano in Italia e che sfumano le intenzioni di rimpatrio annunciate nel protocollo Roma-Tirana: una nave della Guardia costiera li riporterà in un centro per richiedenti asilo in Puglia.
È la seconda volta che il centro di rimpatrio albanese da 800 posti, nella campagna di Gjader, si svuota. La prima era stata il 16 ottobre scorso, all’inaugurazione della struttura di accoglienza.
Per i giudici di Roma, è necessario tutelare diritti internazionalmente riconosciuti anche in una situazione di stress provocato del fenomeno migratorio.
“Il Tribunale ritiene che il diritto a un ricorso effettivo, riconosciuto al richiedente asilo dall’art. 46 della Direttiva 2013/32, sia espressione del più generale diritto alla tutela giurisdizionale effettiva garantito dall’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.
Le garanzie primarie dei diritti individuali impongono di acquisire informazioni e vagliare caso per caso: “L’applicazione di una procedura accelerata appare incompatibile con l’esistenza di situazioni di persecuzione, discriminazione e maltrattamento come quelle relative a categorie di persone”.
“Sentenze che servono alle coop rosse”
“Tali situazioni, infatti, emergono normalmente soltanto all’esito di un’approfondita istruttoria sulla situazione di ogni singolo richiedente protezione”.
Contro il pronunciamento dei giudici interviene la maggioranza: «Nessuno mi toglie l’idea che queste sentenze servano alle coop rosse per far soldi sulla pelle dei migranti», accusa il vicepremier Matteo Salvini. «È un’altra sentenza politica contro gli italiani. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini e lo faranno». Si accoda Antonio Tajani: «Inaccettabile, ci sono magistrati che stanno cercando di imporre la linea al governo».
“Costosissima farsa”
Il Movimento 5 Stelle attacca il governo: «Meloni metta fine alla sua costosissima farsa», chiede la senatrice Alessandra Maiorino. Dal Pd, interviene Alessandro Alfieri: «Siamo di fronte a uno spot elettorale da 800 milioni per le tasche degli italiani. Il governo venga in Aula ad ammettere la sconfitta». A parere di Angelo Bonelli di Avs, «il governo vuole lo scontro con la magistratura».
Ma il presidente della Anm Giuseppe Santalucia precisa che la norma del governo «è incompatibile con l’Unione europea e i giudici fanno il loro dovere».