Nel vasto e affascinante mondo dell’odontoiatria, la ricerca scientifica e gli studi sperimentali giocano un ruolo cruciale nel raggiungimento di traguardi importanti nel campo medico.
Attraverso indagini approfondite e sperimentazioni rigorose, è possibile sviluppare nuove tecniche e migliorare quelle esistenti, garantendo così cure sempre più efficaci e sicure per i pazienti.
In questo contesto di continua evoluzione e ricerca, abbiamo avuto il piacere di conoscere il Dr. Luigi Feletto. Medico odontoiatra con uno studio a Susegana in provincia di Treviso, il Dr. Feletto ha contribuito significativamente alla fase clinico-chirurgica presso l’Università dell’Avana a Cuba. Il suo lavoro è stato fondamentale nella stesura dell’articolo “Bone healing at collagenated bicortically installed implants: an experimental study in rabbits,” pubblicato su Oral and Maxillofacial Surgery, in collaborazione con il Prof. Daniele Botticelli e il Prof. Mauro Ferri.
Attualmente, il Dr. Feletto è coinvolto in progetti di ricerca sperimentale su animale. Il suo impegno è rivolto alla definizione di protocolli clinici implantari, con particolare attenzione alla differenziazione di crescita ossea utilizzando nuove superfici collagenate sperimentali.
La sua dedizione e il suo contributo alla ricerca non solo avanzano la conoscenza scientifica, ma migliorano anche le pratiche cliniche quotidiane, portando benefici concreti ai pazienti e alla comunità medica nel suo complesso.
Conosciamo meglio il Dr. Luigi Feletto
- Dottor Feletto, può raccontarci come è iniziata la sua carriera e cosa l’ha portata a specializzarsi in odontoiatria?
“La mia carriera inizia nel 2005 con la laurea con lode all’Università di Padova, dove nel 2006 assumo l’incarico di professore a contratto fino al 2011. Il mio lavoro è la mia grande passione: già all’età di 5-6 anni sognavo di fare il dentista”.
2. Il suo studio si trova a Susegana (Treviso). Quali sono le principali caratteristiche e servizi offerti ai pazienti?
“Abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti il massimo proposto dalla ricerca e dal mercato. A partire dai materiali, fino alla scelta dei laboratori esterni, ogni dettaglio è spinto al massimo delle sue potenzialità”.
3. Ha contribuito alla fase clinico-chirurgica presso l’Università dell’Avana a Cuba. Come è stata questa esperienza e quali insegnamenti ne ha tratto?
“Il mio lavoro mi ha permesso di girare il mondo in ogni continente e di questo sono grato a chi ha creduto in me. Ogni volta che si collabora con un gruppo internazionale si imparano tecniche e trucchi nuovi. Il viaggio a Cuba mi hanno permesso di migliorare le mie abilità di chirurgo”.
4. Ha collaborato alla stesura dell’articolo “Bone healing at collagenated bicortically installed implants: an experimental study in rabbits”. Può spiegarci brevemente i risultati di questa ricerca e la sua importanza nel campo dell’odontoiatria?
“L’articolo è uno dei molti che ho avuto il piacere di scrivere con altri ricercatori di fama mondiale. Nello specifico i numerosi studi condotti su queste nuove superfici hanno spalancato le porte a materiali più predicibili e sicuri nell’integrazione e nell’estetica finale”.
5. Attualmente è coinvolto in progetti di ricerca sperimentale su animale. Quali sono gli obiettivi di questi progetti e quali innovazioni spera di raggiungere?
“Sono impegnato da sempre in progetti di ricerca indipendenti. Collaboro quindi con numerose case produttrici con lo scopo di rendere sempre più facile e sicura la chirurgia orale. Sono convinto che serva rendere più semplici e veloci i passaggi protesici, che serva a tutti i colleghi avere tra le mani impianti facili da usare e veloci da inserire per disturbare meno i pazienti”.
6. La differenziazione di crescita ossea utilizzando nuove superfici collagenate sperimentali è un tema centrale nei suoi studi. Può illustrarci in che modo queste superfici migliorano gli impianti dentali?
“In merito a queste superfici si stanno conducendo ancora numerosi studi per ottenere dall’industria nuovi impianti che si possano mimetizzare con l’osso dei pazienti e che ottengano così un’integrazione fisiologica e rapida”.
7. Come riesce a bilanciare la pratica clinica quotidiana nel suo studio con le sue attività di ricerca e le collaborazioni accademiche?
“La mia scelta è radicale. Il tempo libero è dedicato allo studio che mi tiene vivo e attento”.
8. Quali ritiene siano le sfide principali nell’odontoiatria moderna, specialmente in ambito implantare, e come si prepara ad affrontarle?
“La sfida di domani è certamente rappresentata dalle innovazioni robotiche e dall’intelligenza artificiale. A dicembre sarò a Shangaii per incontrare i produttori del primo robot chirurgo: vi terrò aggiornati”.
9. In che modo la sua formazione e le sue esperienze internazionali hanno influenzato il suo approccio al trattamento dei pazienti?
“Chi vive nel mondo per forza di cose si apre al mondo. Per questo ho voluto che il mio studio fosse aperto a tutti e alla portata di tutti”.
10. Quali sono i suoi progetti futuri e le sue aspirazioni professionali nel campo dell’odontoiatria e della ricerca?
“Il mio futuro lo immagino rivolto alla ricerca con una progressiva diminuzione dell’attività clinica in favore delle nuove generazioni che sono molto promettenti”.
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