Home CRONACA Santanché: “Il popolo ha fame!”. “Dategli le tintorie”

Santanché: “Il popolo ha fame!”. “Dategli le tintorie”

La ministra del Turismo Daniela Santanché, 63 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

“Il popolo ha fame!”. “Se non hanno più pane, che mangino brioche!”. Ci voleva Daniela Santanché per rivoluzionare la storica risposta della regina Maria Antonietta ai tumulti in Francia. «Meno kebab, più tintorie», scudiscia la ministra del Turismo, bersagliando i sindaci del Paese.

Siamo alla Fortezza da Basso di Firenze per il Forum del Turismo, due giorni all’insegna del dialogo con tutto il comparto, dal ministero del Turismo agli assessori, passando per esperti e operatori, per arrivare a un “patto” orientato alle sfide presenti e future di tutto il settore.

Daniela Santanché si concentra sull’overtourism: «Mi hanno attaccata quando ho detto che è una bestemmia, ma lo ridico. L’industria del turismo può diventare la prima della nazione».

Agli italiani, la ministra consiglia: «Non andate all’estero, penserete che sembra quasi l’Italia. E allora meglio l’originale».

Ai sindaci: «Fate attenzione a quando date le licenze, meno minimarket e kebab, più artigiani e botteghe. Lo dico da donna, ci servono banalmente le tintorie».

“L’Italia ha tanto da proporre»

«Overtourism è un termine assolutamente abusato, il turismo va organizzato e gestito, molto spesso invece è subito. L’Italia ha tanto da proporre, penso agli oltre 5.000 borghi dove si può offrire un’esperienza unica».

«Altro che overtourism, il vero problema è che molte località meravigliose sono ancora fuori dai circuiti dei grandi flussi».

Daniela Santanché legge il “Sole 24 ore” a fianco del direttore Fabio Tamburini (a destra) – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

“Turismo di qualità”

Sul patto firmato durante l’evento andato in scena a Firenze, Santanché precisa: «Lo abbiamo appena firmato con le Regioni, le associazioni di categoria, l’Enit. Si tratta di un passo in avanti, ci diamo un protocollo comune per rendere più attrattivo il nostro Paese che è la terra di un turismo di qualità, non solo di quantità».

«La qualità si declina in tanti modi, le strutture devono crescere, deve migliorare l’offerta e deve salire la formazione. Ci vuole una comunicazione che usi di più il brand Italia».

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