Scattano le manette nel quadro del sequestro di persona a scopo di estorsione di Stefano Guidotti, imprenditore italiano residente a Mosca. Arrestato un uzbeco, con passaporto anche russo, che vive a Faenza. L’uomo aveva lavorato come consulente per la ditta di Guidotti gestendo i rapporti con l’Est e, lo scorso 28 giugno, avrebbe contattato un altro manager della ditta di Guidotti per avanzare la richiesta di riscatto. Fissato un secondo appuntamento per entrare nei dettagli, la liberazione dell’imprenditore e gli arresti sventano il tentativo di sequestro, con Guidotti ostaggio dei delinquenti per 36 ore, dopo essere stato spinto a forza in una Bmw di grossa cilindrata e portato a oltre 400 chilometri da Mosca. La polizia russa ha rintracciato l’auto a Bryansk, nel microdistretto di Novostroikaverso.
Guidotti è originario di San Benedetto del Tronto e mantiene rapporti costanti con Erminio Giudici, titolare del caffè Soriano. «L’accaduto mi ha colpito moltissimo, Stefano è un carissimo amico fin da quando eravamo ragazzi insieme. Lo abbiamo inserito anche nella nostra chat di amici. È molto bello perché lui è un po’ il nostro “corrispondente” da Mosca. Ci informa e ci da una visione diversa, senza filtri, di quello che sta avvenendo in Russia. È una versione completamente diversa da quella che viene raccontata dai media».
«Avevo parlato con Stefano il giorno prima del sequestro», racconta Erminio Giudici. «Esattamente alle 18,21 ora italiana. Il giorno prima, mercoledì, quindi, eravamo stati al telefono a lungo. Una videochiamata nel momento in cui lui si trovava, probabilmente, nella stessa via dov’è stato sequestrato. Abbiamo parlato di tanti progetti, mi aveva raccontato che ha il doppio passaporto, anche quello russo, grazie all’importante incarico che ricopre nell’ufficio di Mosca dell’azienda per la quale lavora. Stefano ha il pallino per la ristorazione, a Mosca frequenta ristoranti con chef stellati e spesso ci scambiamo giudizi e facciamo commenti su usi e costumi. Lui è una persona molto in vista ed è, forse, proprio per questo che potrebbe essere finito nel mirino dei sequestratori. Tra ieri e avanti ieri gli ho mandato alcuni messaggi su un paio di utenze telefoniche, ma poi ho appreso che i suoi telefonini sono in mano alla polizia, quindi non ha letto nulla. Ora aspetto una sua telefonata appena potrà farla o il suo ritorno a casa».
Guidotti intanto ha chiamato i genitori a San Benedetto ed è apparso più sereno, anche se non sa ancora quando potrà tornare a casa dalla moglie a Milano, dove risiede.