Home CRONACA Terremoto nel carcere di Trapani: 46 poliziotti penitenziari indagati

Terremoto nel carcere di Trapani: 46 poliziotti penitenziari indagati

Il carcere “Pietro Cerulli” di Trapani - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

La Procura di Trapani rivolta come un calzino il carcere Pietro Cerulli, spiccando misure cautelari e interdittive quali 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio per 25 poliziotti penitenziari. Sarebbero accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità e falso ideologico.

Ma le indagini del Gip, iniziate nel 2021, si allargano ancora e coinvolgono in tutto 46 indagati. Ad attivare la magistratura sono state le denunce di alcuni detenuti, che avrebbero raccontato di aver subito maltrattamenti in luoghi privi di telecamere di sorveglianza.

Installate nuove videocamere, il Nucleo Investigativo Regionale di Palermo, coordinato dal Nucleo Investigativo Centrale, ha potuto investigare capillarmente la situazione nell’istituto di pena trapanese, raccogliendo elementi altamente probatori a carico degli agenti.

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, interviene diramando una nota: “Apprendiamo con sgomento di un’indagine nei confronti di numerosi appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Trapani per presunti maltrattamenti nei confronti di detenuti e altro”.

“Numerosi sarebbero gli indagati e, fra arresti e interdizione dai pubblici uffici, ben 26 sarebbero le misure cautelari per fatti occorsi nell’anno 2021”.

“Fiducia negli inquirenti”

“Naturalmente, nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti e nella magistratura e auspichiamo che si faccia al più presto piena luce sull’accaduto”.

Valga per tutti, però, la presunzione d’innocenza, nella speranza che gli indagati possano dimostrare la correttezza del loro operato”.

Il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio – Fonte: Web – Dillingernews.it

“La patogenicità del sistema”

“Sono ormai decine le indagini, pressoché in tutta Italia, a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e centinaia gli agenti indagati, sospesi dal servizio e talvolta condannati”.

“Ovviamente, chi sbaglia deve essere individuato e perseguito, ma se a farlo, anche solo in via presuntiva, sono centinaia, diventa evidente la patogenicità del sistema che non solo non protegge, ma evidentemente favorisce e addirittura induce all’errore. Non si può parlare di mele marce, ma è la cesta marcia che fa imputridire tutto ciò che contiene”.

Articolo precedenteIntervista alla nutrizionista Ilenia Romano di Nutrimedical Sant’Anna di Casoria: “L’alimentazione è la prima medicina per tutti, celiaci e non”
Articolo successivoIn aula un video choc sulle torture a Giulio Regeni