Una stangata da cinque milioni di euro. È quella che il garante della privacy ha dato alla Foodinho srl, filiale italiana con base a Milano della società spagnola Glovo, per “aver trattato illecitamente i dati personali di oltre 35mila rider” compresa la geolocalizzazione, che veniva inviata a società terze anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Una multa arrivata dopo la complessa istruttoria avviata dopo la morte di Sebastian Galassi, il giovane rider di 26 anni che nell’ottobre del 2022, perse la vita a seguito di un incidente contro un fuoristrada in via De Nicola a Rovezzano.
Al 26enne che lavorava per Glovo, arrivò dopo la sua morte un messaggio automatico dove si annunciava la sospensione del suo account per “il mancato rispetto dei termini e della condizioni”.
La società si era difesa dicendo che la disattivazione era stata avviata manualmente da un dipendente scongiurare che “soggetti terzi potessero utilizzare l’account” e l’sms stesso era partito per “errore umano”.
Alla controllata del gruppo Glovo, già colpita da una multa di 2,6 milioni di euro nel 2021, ha vietato inoltre il trattamento del riconoscimento facciale dei rider, utilizzati per verificarne l’identità, e imposto di riformulare i messaggi per la disconnessione dell’account dai inviare ai rider e di attivare sul dispositivo in utilizzo dai lavoratori una icono che segnali che il Gps è attivo e disattivarlo quando non stanno lavorando.
Il commento Mattia Chiosi di Nidil Cgil Firenze e Toscana
“Questo pronunciamento va a sostegno delle lotte che animiamo da tempo a tutela dei rider – commenta Mattia Chiosi di Nidil Cgil Firenze e Toscana – e va nella direzione delle azioni, mobilitazioni, cause, vertenze, scioperi, da noi messe in campo, capace di coinvolgere tanti ciclofattorini su un tema caldo e delicato.
Crediamo fortemente che ciascuno degli atti che smantellano pezzi del sistema messo in piedi dalla piattaforme sia positivo e dia ragione alla lotta dei tanti rider che lavorano nelle nostre città e nei nostri territori. Per quanto le piattaforme rifuggano ancora l’affrontare pienamente il tema della riqualificazione contrattuale, ogni nuovo passo va nella direzione che riteniamo giusta e a tutela dei rider, parte fragile nel rapporto tra multinazionale, ristoratori e clienti finali”.