Quella dell’Ayatollah Ali Khamenei è un’inaudita irruzione sullo scenario geopolitico mondiale. In un discorso pubblico ai membri della forza paramilitare Basij, una divisione all’interno del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, la Guida Suprema dell’Iran invoca la pena capitale per Benjamin Netanyahu. Il video con le sue scellerate dichiarazioni sta facendo il giro dei media internazionali.
«Il recente mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa non è sufficiente», si scaglia l’Ayatollah.
«Netanyahu e le autorità israeliane dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra, i crimini commessi dal regime sionista a Gaza e in Libano».
Nel contempo, altri attacchi israeliani hanno colpito la periferia meridionale di Beirut, come mostrato dalle immagini dell’AFPTV, dopo l’avviso di evacuazione intimato dall’esercito israeliano, a seguito dei pesanti raid della notte precedente contro il bastione di Hezbollah.
Eppure, da Tel Aviv arrivano conferme alla tv pubblica Kan riguardo all’accordo per la tregua in Libano: «È chiuso», sostengono le fonti.
La stretta di mano
Netanyahu starebbe pensando a come spiegarlo all’opinione pubblica. Però, il media libanese Lbci cita un commento del mediatore americano Amos Hochstein sulle notizie degli accordi: «Non sono accurate».
Su X, il ministro degli Esteri Antonio Tajani posta una foto mentre stringe la mano al ministro libanese Abdallah Bou Habib e scrive: “Ho confermato il forte impegno dell’Italia per un cessate il fuoco e a tutela presenza @UNIFIL. Abbiamo discusso della fondamentale importanza dei negoziati diplomatici per raggiungere la pace”.