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Italo Bocchino: «Mia moglie mi ha fatto seguire da un investigatore, la mia fedeltà è certificata. Ho avuto delle storie con due deputate Pd»

L’ex parlamentare, giornalista e direttore del Secolo d’Italia, si racconta a tutto tondo: «Non ho ruoli in Fratelli d’Italia, non sono amico di Meloni e sono un marito fedele»

Italo Bocchino, per chi non lo conoscesse 57 anni, giornalista, direttore editoriale del Secolo d’Italia da ormai dieci anni ed ex parlamentare, si definisce «disintossicato dalla politica», ma è indubbio che la politica continua ad essere parte integrante della sua vita dato che quest’anno è tornato in tv come opinionista de La7, voluto da Lili Gruber – come ha dichiarato lui stesso. E se anche non ha cariche politiche, e «non ho alcun ruolo in Fratelli d’Italia», la sua opinione rimane certamente influente.

In un’intervista al Corriere della Sera, Italo Bocchino ha parlato delle sue amicizie, di priorità, guerre perse e delle sue relazioni, sia con la moglie che con la sinistra… ma di tipo romantico.

Amicizie e conoscenze (anche al di fuori della politica)

L’ex parlamentare preferisce «distinguere tra amicizia personale e rapporto politico», in modo da riuscire a mantenersi obiettivo, «autonomo e libero nei giudizi». Ma l’amicizia c’è nei confronti di Arianna Meloni, Ignazio La Russa «e di tanti altri», racconta, tra cui Gennaro Sangiuliano, recentemente protagonista del caso Boccia. Italo Bocchino lo sente molto spesso, afferma, e nonostante le sue dimissioni lo ritiene una «straordinaria risorsa del centrodestra, darà presto un contributo straordinario», che ha visto la sua caduta a causa di un attacco mediatico dovuto al suo mettere «le mani nel sistema di finanziamento dei circuiti culturali della sinistra».

Parlando proprio di sinistra, l’ex parlamentare sostiene che ci sia un problema priorità, e che per questo ha finito per perdere «tre grandi battaglie: globalizzazione, immigrazione e diritti civili. Sostenendo la prima non ha pensato alla tutela dei posti di lavoro messi a rischio dalla globalizzazione. Sull’immigrazione teorizza il diritto a emigrare, mentre esiste il diritto a disporre di ciò che serve per vivere nel proprio paese». E sebbene si dica completamente a favore di maggiori diritti alle minoranze, fa notare che si tratta pur sempre di meno del 2% della popolazione: «E della maggioranza chi se ne occupa? L’operaio che perde il lavoro, il giovane sottopagato ecc…».

Italo Bocchino e la sua fedeltà “certificata”: non è un gran vanto

Quando si parla di vita privata, Italo Bocchino mette subito in chiaro che il suo matrimonio, celebrato circa un anno e mezzo fa, va a gonfie vele: «Sono felicemente sposato e sono fedelissimo». E per chi ha messo in giro le voci che lo dipingono come un playboy, ribadisce: «Io sono serissimo». Impossibile non crederci dato che la sua fedeltà è «certificata»: prima delle nozze, la moglie lo ha fatto seguire da un investigatore privato per un mese e così è stata registrata la sua conversazione con Elisa Isoiardi, a pranzo con lui dopo la fine della storia di Matteo Salvini. Ma solo per parlare un po’, e di fatti: «Io fui impeccabile». Nessuno metteva in dubbio la sua fedeltà, o meglio, solo la moglie. E tutto questo vantarsi di essere stato “perfetto” come se l’atto di essere pedinato da un professionista non fosse una cosa fuori da ogni coppia stabile e tranquilla…

Nonostante questo, quando si tratta di amore, i colori politici passano almeno in secondo piano. Italo Bocchino non nega che «quando ero single ho avuto due storie con due deputate del Pd. Ovviamente non le farò mai i nomi».

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.