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Ramy Elgaml morto per sfuggire ai carabinieri a Milano, le proteste nella zona di Corvetto e la paura dei residenti: come fermare “l’effetto banlieue”

Un bus è stato bloccato e distrutto, poi appiccati anche dieci roghi. Gli amici del 19enne morto dicono di volere la verità e protestano in strada.

Nella notte di domenica 24 novembre c’è stato un incidente mortale in via Ripamonti, all’angolo con via Quaranta, zona Corvetto a Milano. Alle 4 e 04 del mattino di domenica muore Ramy Elgaml, 19enne cadendo da uno scooter. Non si è fermato all’alt dei carabinieri ed è stato inseguito per diversi chilometri. Viveva in zona con la famiglia, i genitori e il fratello, arrivati in Italia da circa 11 anni.

Secondo i familiari il ragazzo sarebbe stato investito dalla pattuglia. Diversa la ricostruzione della polizia locale. «Vogliamo giustizia. Vogliamo vedere i filmati delle telecamere», ha detto il fratello 24enne. Gli amici aggiungono: «Stiamo leggendo tante inesattezze. Non ha mai dato problemi. Faremo ancora qualcosa per ricordarlo».

Le telecamere mostrerebbero scooter e auto molto vicine, ma non c’è la certezza di uno scontro. Dopo questo episodio sono cominciate le tensioni nella zona, esplose in particolare nella notte fra lunedì e martedì. Già alle 18 di domenica, nel punto della caduta, riporta il Corriere della Sera, è stato fatto un presidio per chiedere verità e giustizia per il 19enne. Su questo presidio arriva un’auto e quattro ragazzi vengono investiti. Attorno alla mezzanotte i primi roghi di cassonetti.

Protestano gli abitanti della zona: «Non ne possiamo più, siamo stanchi»

Nel pomeriggio di lunedì 25 un’altra manifestazione con lanci di bottiglie e petardi. Nuovi roghi nella notte seguente, arrivano sassi contro auto e bus. Viene vandalizzato anche un autobus bloccato da un auto. I passeggeri sono scesi e fuggiti. La polizia ha fatto cariche di alleggerimento e sono intervenuti i vigili del fuoco.

Sentono crescere un’insicurezza che nel quartiere è già palpabile. «Già dalle 17 mi faccio accompagnare a casa, non mi fido più», ha detto una persona al quotidiano milanese. Il timore di molti è che le proteste, che sono ovunque sui social, degenerino, che si arrivi a situazioni simili a quelle delle banlieue francesi. La certezza è che la situazione in zona non è facile e che fosse dietro l’angolo il rischio di una protesta simile. La questura avrebbe chiamato rinforzi da Roma nel timore che le proteste si amplino, che ci siano infiltrazioni alimentate anche da fake news sugli eventi.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.