“Soddisfatto di aver garantito, ieri, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani”: sono queste le parole di Matteo Salvini, che promette di tornare a battagliare subito su questo tema a partire dall’arrivo dell’imminente mese di dicembre.
Il giorno dopo lo sciopero generale in tutta Italia, ridotto da otto a quattro ore nel settore dei trasporti a causa della precettazione arrivata poco prima dal Ministero dei Trasporti, lui non cambia idea: “Quando si contano già 15 scioperi proclamati, fra cui uno generale fissato il 13 (guarda caso un altro venerdì) a pochi giorni dal Natale. Sono pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini”.
La precettazione è stata criticata dai “leader” di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri: “C’è una svolta autoritaria, contro la quale più di 500mila persone in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza”, ha detto il primo, accusato dal governo di istigare alla rivolta sociale. “Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese”, ha detto Landini spiegando che la rivolta sociale significa “non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, ma mettersi insieme per cambiare la situazione”.
Avete letto bene: rivoltare il paese. Non sono queste parole pericolose visti gli episodi a cui abbiamo assistito? Però poi chi viene tacciato di fascismo è questo Governo… quando il mondo è veramente al contrario.
