Nuovi sviluppi per la tragedia del Natisone, ovvero l’iniqua morte di tre ragazzi travolti dalla piena del fiume il 31 maggio scorso. La procura di Udine sta indagando per omicidio colposo quattro persone: un operatore della Sores, la sala operativa regionale per le emergenze sanitarie e tre vigili del fuoco della centrale operativa della stessa Udine.
I magistrati hanno formalizzato per tutti e quattro un invito a comparire, per mercoledì 4 dicembre, in Procura. Difficilmente, però, i quattro accusati si presenteranno davanti ai pm o risponderanno alle domande perché in questa fase preliminare d’indagine i legali non hanno ancora accesso al fascicolo che concretizza le ipotesi di reato.
Gli investigatori avrebbero ricostruito le dinamiche di quel giorno infausto. Sono stati sentiti numerosi testimoni, sono stati soprattutto analizzati sia i tabulati sia le registrazioni delle chiamate effettuate da Patrizia Cormos, in cui implorava aiuto per uscire da quella situazione disperata. Secondo le procedure, l’operatore del Numero Unico di Emergenza 112 registra le richieste di soccorso e le smista alle centrali competenti: sanitaria e dei vigili del fuoco e ai comandi dei vigili del fuoco che possono essere interessati dall’intervento.
Gli inquirenti hanno esaminato anche le comunicazioni tra la centrale operativa sanitaria Sores Fvg e quella dei pompieri, concentrandosi su un nodo cruciale: ci sono stati ritardi o errori nelle fasi successive? Le indagini, a oggi, si sono concentrate su coloro che hanno gestito il protocollo di emergenza e non sul personale che, poi, è materialmente intervenuto a Premiaracco, nell’Udinese: nessuno dei vigili del fuoco che, eroicamente, hanno cercato di salvare i ragazzi anche buttandosi nel fiume, è stato toccato dall’inchiesta.