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Milano, polizia snida racket che recluta pusher e li addestra, con tanto di kit di benvenuto

Milano. Polizia sequestra cocaina e hascisch - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

I poliziotti del commissariato Bonola, guidati da Antonio D’Urso e coordinati dal pm della Dda Rosario Ferracane, hanno snidato un traffico di droga gestito da un’organizzazione impegnata anche nel reclutamento di nuovi pusher, chiamati “cavallini”.

Intercettazioni sbalorditive: «Trovami un bravo ragazzo, che abbia voglia di fare, non con i vizi, ma con degli obiettivi. Chiedi dappertutto, chiedi a qualche ragazzo giovane, ma che sia presentabile. Mi servono urgentemente. Hanno tutti paura. Si accontentano dei soldi che dà la mamma». 

Il racket garantiva ai nuovi adepti visto turistico, tre mesi di lavoro, prima di tornare a casa, e di nuovo a Milano, con un altro visto turistico di 90 giorni. Il kit di benvenuto comprendeva un posto letto, un’auto a noleggio (con lezioni di guida comprese nel pacchetto), un cellulare di ultima generazione per comunicare in sicurezza e la roba da smerciare.

Abiti confacenti allo spaccio

«Sempre stare attento a cosa hai dietro. Vai a cambiarti a casa: mettiti i jeans, una maglietta, una felpa sportiva, sistema i capelli con il gel. Le dosi «mettile nei cog….i», e quando devi tirarle fuori per venderle, vai in quel cespuglio, fai finta di pisciare, ma guarda prima in giro, guarda se c’è gente in giro o meno. Se una pattuglia ti ferma, come prima cosa spegni il cellulare».

Le due organizzazioni, entrambe italoalbanesi, operavano nei quartieri milanesi di San Siro e Lampugnano e nei vicini comuni di Baranzate e Bollate, dove muovevano ingenti quantitativi di cocaina e hashish. La prima – con a capo il 34enne albanese «Dion» Shazivari – era in grado di smerciare fino a 150 grammi di cocaina ogni due-tre giorni) e oltre dieci chili di hashish al mese. Numeri simili per la seconda – guidata da 33enne albanese Andi «la bionda» Sharka – che spacciava tre chili di coca al mese e otto-dieci di hashish.

Eseguite due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, sei italiani e otto albanesi, per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Le indagini sono nate da una precedente operazione di polizia giudiziaria chiamata «Riqualifichiamo Selinunte». Gli investigatori sono riusciti a rintracciare e documentare uno degli «imboschi» con una telecamera guidata da remoto e infilata in una scatola-trappola per topi.  Che ha filmato l’arrampicata di uno dei pusher per nascondere le dosi sopra i tubi che correvano lungo il soffitto del corridoio di una cantina.

Ordinazioni in pizzeria

«C’hanno proprio la struttura loro. C’hanno dove preparano le bustine. Poi c’hanno un ragazzo che fa la Milano bene. E hanno un ragazzo fisso a un bar di Baranzate, e un altro ragazzo che gira. E sono cinque o sei. Guarda com’è (domanda uno), non è male. Falla a pezzi: a pezzi lo sniffano lo stesso». Un’altra registrazione capta un’ordinazione. «Pizzeria? Avrei bisogno di una consegna», dice il cliente. «Pizza Kebab?», domanda il pusher. «Sì. Fra quanto?». «Dieci minuti. Quante pizze hai bisogno?». «Tre». Durante l’attività investigativa, la Polizia ha eseguito dieci arresti in flagranza e ha sequestrato 700 grammi di cocaina e quattro chili di hashish.

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