Home CRONACA In Francia è crisi, Macron in bilico

In Francia è crisi, Macron in bilico

Il primo Ministro francese Michel Barnier, 73 anni, sfiduciato in Parlamento - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Con il voto di sfiducia al premier Michel Barnier, in Francia è esplosa una crisi gravissima, dalle conseguenze imprevedibili. Il primo Ministro, in carica da soli tre mesi, è stato silurato con 331 voti a favore, 43 in più del necessario. Lui si è presentato in Parlamento conscio della sua sorte, dichiarando: «Sono stato onorato di servire la Francia».

Un’impasse istituzionale di questa portata non succedeva dal 1962. Barnier ha pagato caro il suo discorso di insediamento, a settembre, quando aveva ammonito sul «baratro» imminente per la seconda economia dell’Ue, con una Finanziaria lacrime e sangue da approvare. Ora la legge di Bilancio è in alto mare, ma i conti devono essere chiusi entro fine anno: «Tutto diventerà più grave e difficile», avverte il premier.

“Sovranità e patriottismo”

La mozione a suo sfavore era stata presentata dalla coalizione di sinistra e appoggiata dall’estrema destra di Marine Le Pen: «Non abbiamo la stessa idea di sovranità e patriottismo», accusa Barnier guardando i banchi dei deputati dell’estrema destra.

Marine Le Pen non esprime dubbi: «Dovevamo bloccare una Finanziaria pericolosa, punitiva e tossica» dice Le Pen«Non lo facciamo a cuor leggero». La leader del Rassemblement National sostiene addirittura che la caduta di Barnier provocherà uno «shock di speranza», riprendendo quello che ha detto Emmanuel Macron a proposito della riapertura sabato di Notre-Dame.

Laurent Wauquiez, presidente della destra dei Républicains, denuncia la «passione distruttrice» delle opposizioni, citando così la frase che disse il premier Georges Pompidou nel 1962, quando stava per essere sfiduciato.

Il vaso di Pandora

«Avete aperto il vaso di Pandora dell’instabilità» conclude Wauquiez. «Vi siete melenchonizzati», sibila il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, guardando l’estrema destra. L’ex premier Gabriel Attal, diventato capogruppo dei deputati macronisti, denuncia una sinistra che vuole solo «calpestare tutto, rovinare tutto e tassare tutti».

Viene inoltre coinvolto nel crack il presidente: «Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni» commenta Jean-Luc Mélenchon, che definisce la sfiducia «ineluttabile».

Marine Le Pen gioca d’astuzia: «Lasceremo lavorare il primo ministro che sarà nominato», promette, assicurando sia possibile entro fine anno una legge di Bilancio «accettabile per tutti».

«La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo», avvisa accomiatandosi Barnier.

Articolo precedenteIl decreto Flussi è legge: che cosa comporta e chi lo contesta
Articolo successivoIl piano per uccidere Giorgia Meloni dei neonazisti di Werwolf