L’allargamento del conflitto in Medio Oriente scompagina il quadro geopolitico e indebolisce la Russia. Lo prova Donald Trump, che scrive su Truth: “Zelensky e l’Ucraina vorrebbero fare un accordo e fermare la follia. Hanno perso 400.000 soldati e molti più civili. Dovrebbe esserci un cessate il fuoco immediato e dovrebbero iniziare i negoziati”.
“Troppe vite vengono sprecate inutilmente, troppe famiglie distrutte e se continua così, può trasformarsi in qualcosa di molto più grande e molto peggio. Conosco bene Vladimir. Questo è il suo momento di agire. La Cina può aiutare. Il mondo sta aspettando”.
Il presidente russo ha concentrato le sue milizie nel Dombass, dove da dieci mesi si combatte senza sosta, con perdite gravissime da ambo le parti. La conquista della Siria, espugnata dai ribelli jihadisti, è un colpo durissimo per la strategia di Putin.
Siria avamposto russo
Sin dai tempi di Hafez Assad, padre del tiranno fuggiasco o, si scrive senza fornire prove, morto sul suo aereo abbattuto dal nemico, la Siria è un avamposto russo nel Mediterraneo. Intere generazioni di militari e studenti figli delle classi dirigenti siriane si sono formati alle accademie e università russe.
Gli Stati Uniti annunciano un nuovo pacchetto di assistenza alla sicurezza per l’Ucraina da 988 milioni di dollari, in attesa dell’insediamento del presidente eletto Donald Trump. Comprende droni, munizioni per lanciarazzi di precisione Himars, attrezzature e pezzi di ricambio per sistemi di artiglieria, carri armati e veicoli blindati.
Lo spostamento degli Usa a favore dell’Ucraina è una svolta storica e lo ha intuito appieno Giorgia Meloni, che nel gala per la riapertura di Notre Dame a Parigi ha cercato un faccia a faccia con Trump “privato”, una conversazione a cena, seduti vicini e lontani da orecchie indiscrete.
