Durante la manifestazione di Atreju, Arianna Meloni, sorella della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, ha espresso una dura critica nei confronti del programma televisivo “Report” di Rai 3, condotto da Sigfrido Ranucci. L’accusa riguarda la trasmissione di una conversazione privata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie, Federica Corsini, definita da Meloni come un atto di “violenza” e una grave invasione della privacy.
Ecco le parole di Arianna Meloni
Arianna Meloni ha sottolineato l’importanza del senso di responsabilità nel contrastare la violenza, affermando: “Ho assistito a quella vergognosa trasmissione che ha mandato in onda una telefonata privata tra una coppia di coniugi in un momento difficile della loro vita, non è violenza questa?””. Ha inoltre evidenziato come tali azioni possano influenzare negativamente i giovani, insinuando un collegamento tra la diffusione di contenuti privati da parte dei media e il fenomeno del revenge porn tra gli adolescenti.
La polemica si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra esponenti di Fratelli d’Italia e il programma “Report”. In precedenza, la trasmissione aveva mandato in onda un servizio riguardante presunti favoritismi e conflitti di interesse all’interno del Ministero della Cultura, coinvolgendo figure vicine al partito.
La messa in onda della conversazione privata ha portato Sangiuliano e Corsini a presentare esposti alle procure competenti, sostenendo che l’audio sia stato “illecitamente carpito e ancor più illecitamente consegnato”, configurando una possibile violazione dell’articolo 615 bis del codice penale relativo alle interferenze illecite nella vita privata.
La scelta fatta da Ranucci
Sigfrido Ranucci ha difeso la scelta editoriale, affermando che l’audio in questione “non ha nulla di privato” e che la sua divulgazione era funzionale alla ricostruzione dei fatti attraverso le parole dei protagonisti. Ha inoltre espresso solidarietà al giornalista Luca Bertazzoni, autore del servizio, sottolineando che il contenuto aveva suscitato interesse internazionale. La vicenda ha sollevato un dibattito sull’etica giornalistica e sul rispetto della privacy, soprattutto quando coinvolge figure pubbliche. Mentre alcuni sostengono il diritto di cronaca e la trasparenza, altri denunciano una spettacolarizzazione della vita privata che può sfociare in una forma di violenza mediatica.
Il confronto su questi temi rimane aperto, evidenziando la necessità di bilanciare l’interesse pubblico con il rispetto dei diritti individuali.