L’Onu segnala l’emergenza sfollati in Siria: “1,1 milioni di persone sono state sfollate in tutto il Paese dall’inizio dell’escalation delle ostilità, il 27 novembre. La maggior parte di loro sono donne e bambini”.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è “profondamente preoccupato per le gravi violazioni della sovranità siriana e per gli attacchi israeliani contro il Paese”, dichiara il suo portavoce Stephane Dujarric. “È urgente la necessità di una de-escalation su tutti i fronti in Siria”.
Dopo la caduta del presidente al-Assad, l’esercito israeliano è entrato anche nella zona cuscinetto ai margini della parte delle alture del Golan occupate e annesse da Israele, secondo le Nazioni Unite. Attraverso il suo portavoce, Guterres ha invitato “tutte le parti a cessare la presenza non autorizzata nella zona cuscinetto e ad astenersi da qualsiasi azione che possa minare il cessate il fuoco e la stabilità del Golan”.
In parallelo arrivano gli agghiaccianti racconti dei detenuti liberati dai ribelli jihadisti. Persone appese al soffitto con le mani legate dietro alla schiena per ore, costrette a reggersi in punta di piedi, finché il cedimento lussava le spalle. Una pressa per rompere le ossa. Donne sistematicamente stuprate, detenuti che pregavano le famiglie di non venire in visita perché costretti ad aspettare quattro ora, bendati, in una stanza dove i carcerieri li picchiavano a sangue. E in galera non si poteva dire «Allah u akbar», Dio è grande, ma «Assad u akbar», Assad è grande.