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Le diavolerie del generale Kirillov, assassinato a Mosca da una bomba

Il generale Igor Kirillov, ucciso da una bomba piazzata all'ingresso della sua abitazione - Fonte: Web - Dillingernews.it

Chi è stato il generale Igor Kirillov, ucciso in un attentato a Mosca, all’uscita di casa? Capo delle forze di difesa nucleari, chimiche e biologiche russe, il militare ha avuto le deleghe della lotta al Covid ed è lui che ha gestito l’invio di aiuti e medici a Bergamo, la cosiddetta e criticata operazione “Dalla Russia con amore.

Kirillov è stato ucciso da una carica di trecento grammi di tritolo, piazzata all’ingresso della sua residenza moscovita. Stava uscendo, intorno alle 6, per andare al ministero della Difesa. Abitava sulla prospettiva Riazanskij, nella parte sud est di Mosca, una periferia piccolo borghese, in una cosiddetta ZhK, una cooperativa di abitazioni, un tipo di palazzo residenziale in comproprietà degli inquilini.

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, Kirillov era diventato una delle più temute “bestie nere” per Kiev. Capace di creare il panico nella popolazione russa denunciando presunte azioni diaboliche del nemico: «Le zanzare infette trasportate dai droni Usa sono una minaccia terribile per i nostri soldati», ha sostenuto in uno dei suoi frequenti interventi alla Duma e in tv.

Tra le sue prime ipotesi, l’esistenza di bio-laboratori patrocinati dagli Usa sul suolo ucraino, dove si studiavano fantomatiche «bombe sporche». Nel giugno 2022 aveva delineato i contorni della sua accusa agli insetti-killer: gli ucraini avrebbero creato in laboratorio un virus che si poteva trasmettere tramite le zanzare Aedes trasportate dai droni Usa, diffondendo vari tipi di febbre, malaria e altre infezioni tra i soldati russi impegnati al fronte. Il siero letale sarebbe stato ottenuto in un istituto di ricerca a Kiev e trasportato in America per svolgere test aerobiologici di campo. 

Due mesi fa Kirillov aveva apostrofato Zelensky per il presunto impiego di oltre quattrocento sostanze velenose, mezzi chimici proibiti e altre sostanze tossiche, secondo lui adoperate da reparti delle truppe ucraine anche per «svolgere atti terroristici, come l’impiego di tallio per atti di sabotaggio nei riguardi di una serie di opinionisti della nostra televisione di Stato».

I topi-kamikaze

Ma l’elenco degli allarmi di Kirillov è un vaso di Pandora scoperchiato su varie diavolerie, come l’uso di iprite e di topi-kamikaze addobbati con cariche esplosive, inviati oltre la linea del fronte. Valutati col tempo come paradossi, ottenevano comunque il loro scopo di mostrificazione dell’Ucraina.

L’Ucraina ha contestato Kirillov affermando che detenesse il comando di ben altro oltre a tale propaganda interna per demonizzare il nemico. Kiev gli imputava di avere autorizzato l’uso di massa di una serie di armi chimiche sul fronte del Donbass, come le granate da combattimento K-1, che sono munite di sostanze tossiche e irritanti e per questo proibite dai trattati internazionali.

Mosca. Il luogo dell’attentato costato la vita al generale Igor Kirillov – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Le sanzioni dell’Ue

Dopo essere colpito a ottobre da sanzioni ad personam dell’Unione europea, il 16 dicembre il Servizio di sicurezza dell’Ucraina aveva annunciato l’avvio di una causa penale in contumacia a suo carico, additandolo come responsabile di avere impartito «più di 4.800» volte l’ordine alle truppe russe di usare munizioni chimiche sui fronti Est e Sud del conflitto.

Ora il problema che si pone il Cremlino è la sicurezza interna. Il 12 dicembre, un sicario ha ucciso in un parco di Mosca l’ingegnere Mikhail Shatsky, ritenuto l’artefice dell’ammodernamento dei missili Kh-59 e Kh-69 usati contro l’Ucraina. Il 15, Sergei Yevsivkov, direttore della prigione di Olenivka al tempo in cui venne colpita da un missile russo uccidendo decine di prigionieri ucraini, è saltato in aria mentre al volante della sua auto nel centro di Donetsk. “L’uccisione del generale Kirillov” scrive il sito Rybar, “sottolinea per l’ennesima volta che qualunque siano i nostri successi nei campi di battaglia, quale che sia l’euforia e la nostra narrazione dell’iniziativa strappata all’avversario, l’altra parte ha sempre la possibilità di pungere a casa nostra, e di assestare un colpo doloroso”.

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