Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato in conferenza stampa al termine dell’incontro con i leader Ue: «Credo che le garanzie di sicurezza europee non saranno sufficienti per l’Ucraina: per noi la vera garanzia, ora o nel futuro, è la Nato e la Nato dipende dalle decisioni prese da europei e americani».
«Quando parliamo di un cessate il fuoco è necessario che si sappia cosa c’è dopo, altrimenti stiamo solo congelando un conflitto sul territorio». Kiev ha stilato un piano preciso: progressi chiari e credibili per l’adesione dell’Ucraina all’Ue; potenziamenti delle linee di difesa ucraine con armi e sistemi di difesa aerei; maggiori investimenti nelle armi in Ucraina; nuove sanzioni alla Russia affinché non riesca a rafforzarsi; utilizzo dei beni russi congelati per sostenere gli sforzi di pace; infine, la ricostruzione di scuole, ospedali, infrastrutture energetiche nel Paese per garantire una vita normale agli ucraini.
Anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen prende posizione sull’Ucraina: «Sappiamo che il 2025 sarà un decisivo. Saranno trascorsi tre anni dall’inizio dell’invasione russa. Vladimir Putin sta raddoppiando gli sforzi per ottenere guadagni».
“Imperativo morale e strategico”
«Rafforzare l’Ucraina, in questo momento, è per noi un imperativo sia morale che strategico: il mondo sta guardando come continueremo il nostro sostegno all’Ucraina. E, proprio come la coraggiosa resistenza ucraina, saremo risoluti. Quindi, dobbiamo assicurarci che l’Ucraina prevalga e dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione di forza. L’Europa ha finora fornito all’Ucraina quasi 130 miliardi di euro».
Ma Viktor Orban minaccerebbe di non dare il placet al rinnovo delle sanzioni Ue contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina (che scadono il 31 gennaio) prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, in programma il 20 gennaio. Finora l’Unione europea ha adottato contro Mosca quindici pacchetti di sanzioni che si rinnovano ogni sei mesi con un voto all’unanimità.
No a truppe spagnole al fronte
«Qualche mese fa la Spagna ha firmato un accordo bilaterale di sicurezza con l’Ucraina», annuncia il premier Pedro Sanchez. «Quest’anno, stiamo stanziando un miliardo di euro per questo accordo. Si tratta di un accordo che durerà dieci anni, cioè che è destinato a essere permanente. Ma non prevediamo il dispiegamento di truppe spagnole sul suolo dell’Ucraina».
«Prima di tutto, gli ucraini devono vincere la guerra», puntualizza il premier belga Alexander De Croo. «E non invertiamo la sequenza. Prima vincere la guerra, respingere i russi e poi ovviamente nulla è escluso. Penso che dobbiamo essere abbastanza aperti».
Non invertire la sequenza
«Se ad un certo punto la guerra verrà vinta e l’Ucraina riuscirà a respingere i russi, ognuno dovrà svolgere il proprio ruolo per mantenere la pace e fornire garanzie di sicurezza tangibili. Ma per favore, la prima discussione è come può l’Ucraina vincere la guerra, come può essere mantenuta la pace in seguito e cosa è necessario allo scopo. Discutere oggi di “boots on the ground” (letteralmente “stivali a terra”, in gergo militare mettere a fuoco un obiettivo, ndr) significa invertire una sequenza, il che non è la cosa giusta».