L’identikit dell’assassino impazzito alla guida di un’auto che ha falciato morti e feriti al mercatino di Natale di Magdeburgo comincia a prendere forma. Si chiamerebbe Taleb al Abdulmohsen, nato nel 1947 in Arabia Saudita. Un medico specializzato in psichiatria e psicoterapia, residente in una piccola città di 32mila abitanti a 46 km dalla cittadina tedesca.
«Non conosciamo ancora i retroscena, stiamo considerando ogni ipotesi», ha dichiarato un portavoce della polizia. Abdulmohsen era arrivato in Germania nel 2006 ed era in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Sotto a quanto risulta l’effetto di sostanze stupefacenti, avrebbe percorso circa 400 metri tra la bancarelle prima di essere fermato e arrestato, provocando almeno 4 morti e 200 feriti, 41 molto gravi.
Secondo i media avrebbe anche lavorato nel servizio forense che si occupa dei detenuti con problemi di dipendenza. Era stato già segnalato diverse volte ma non era stato individuato «alcun pericolo di radicalizzazione».
È stato arrestato a cento metri dalla strage. La polizia lo ha fermato all’altezza di una fermata del tram, lui si è sdraiato a terra per farsi ammanettare accanto alla sua Bmw presa a noleggio. Tra i pochi secondi del massacro e la cattura, Taleb Al Abdulmohsen è riuscito a postare un paio di video deliranti che potrebbero essere una delle chiavi della strage dell’avvento che ha sconvolto la Germania.
«Sono perseguitato dai tedeschi», sostiene. E in un post su X scrive che “Socrate è stato ucciso dai greci e nessuno ha pagato. Se giustizia debba essere fatta, dovrebbe essere quella di fermare l’islamizzazione dell’Europa”.
Taleb inizia a lavorare nella clinica di Bemburg, in Sassonia-Anhalt, una cinquantina di chilometri a sud di Magdeburgo. Il suo profilo sembra quello di un migrante integrato e generoso: si attiva per le donne saudite che vogliono scappare dal regime e «dagli stupri dei loro tutori maschili», racconta nel 2019 alla Frankfurter Rundschau. «Sono la persona più critica dell’Islam della storia», afferma al quotidiano tedesco.
All’epoca, Al Abdulmohsen ha ancora fiducia nel sistema di asilo tedesco che «può donare alle donne la libertà». Anzitutto alle sue concittadine oppresse da una monarchia islamica.
Quindi la deriva. Al Abdulmohsen comincia a postare video sempre più lunghi, sempre più deliranti. Lo psichiatra sembra aver perso fiducia nella Germania, si radicalizza. Su X attacca sempre più spesso il Paese che lo ospita, reo di “dare la caccia ai rifugiati sauditi all’interno del Paese e all’estero per distruggere le loro vite”. Sostiene che la Germania voglia “islamizzare l’Europa”, posta una foto dell’ex cancelliera Angela Merkel con la scritta in inglese “Ho distrutto l’Europa”.
A Taleb piace il tecno-sovranista Elon Musk, ama l’ultradestra tedesca della quale scrive: “Chi, se non l’Afd, combatte l’Islam?”.
I post vengono segnalati, con i commenti sempre più aggressivi. Ma nessuno agisce. Neanche quando accanto al suo profilo compare una mitragliatrice.