Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, ha mandato in frantumi la fiducia che gli era stata concessa con la misura alternativa alla detenzione. A metterlo nero su bianco è il magistrato di sorveglianza, che non usa mezzi termini: “Ha dimostrato totale spregio per l’opportunità offertagli”, si legge nell’ordinanza.
“Con un atteggiamento del tutto sprezzante nei confronti della condanna e palesando un’evidente irresponsabilità”. Insomma, un ritratto al vetriolo: “Personalità spregiudicata, callida, irresponsabile e incapace di cogliere l’importanza del beneficio ricevuto”.
Capodanno a Rebibbia
Risultato? Alemanno ha passato il Capodanno 2025 nel carcere di Rebibbia, dopo una sequenza di violazioni che ha portato alla sospensione della misura alternativa. In teoria, avrebbe dovuto svolgere attività socialmente utili presso la struttura “Solidarietà e Speranza”, dedicata a famiglie in difficoltà e vittime di violenze.
Ma le cose sono andate diversamente: dal 27 novembre 2023, data in cui gli era stata concessa l’alternativa, fino al rientro dietro le sbarre, l’ex sindaco ha collezionato infrazioni su infrazioni.
Ha violato le regole un sacco di volte
A scoperchiare il vaso di Pandora ci ha pensato la Guardia di Finanza, che durante un’indagine per reati fiscali ha scoperto come Alemanno, nel corso del 2024, avesse violato le regole almeno 26 volte.
L’episodio più clamoroso risale a ottobre, quando il suo smartphone è stato rintracciato a Tavagnacco, in provincia di Udine, ben lontano dal Lazio, la regione in cui avrebbe dovuto trovarsi. Non contento, avrebbe tentato di giustificarsi con documenti falsi su impegni lavorativi inesistenti.
Tra un viaggio e l’altro, il vero motivo degli spostamenti era legato agli incontri del suo “Movimento Indipendenza”. Un dettaglio che aggiunge ulteriore peso alle accuse: non solo ha violato le regole, ma lo ha fatto con una determinazione che stride con l’obbligo di redimersi.