La visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni negli Stati Uniti segna un momento chiave nelle relazioni tra Italia e America, ma anche un passaggio carico di simboli e messaggi politici.
L’incontro con le grandi aziende della Silicon Valley, le dichiarazioni sull’importanza della collaborazione atlantica e il dialogo diretto con figure di spicco come Elon Musk raccontano un’agenda ambiziosa che guarda al futuro tecnologico e alla sicurezza internazionale.
Tuttavia, dietro gli abbracci istituzionali e le strette di mano, si intravedono scelte strategiche che potrebbero ridefinire gli equilibri economici e geopolitici italiani, con il rischio di una crescente dipendenza dalle big tech americane e dai loro interessi.
Le trattative
L’Italia sta trattando con SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk, per un contratto del valore di 1,5 miliardi di euro destinato a garantire comunicazioni sicure per il governo e le forze armate italiane. Il progetto, già approvato dal Ministero della Difesa e dai Servizi di Intelligence, prevede servizi di crittografia avanzata e reti satellitari per le emergenze.
Palazzo Chigi frena gli entusiasmi con una mezza smentita. Si legge nella nota: “La presidenza del Consiglio smentisce che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati”.
Nonostante il possibile contratto sia presentato come un passo avanti per la sicurezza tecnologica del Paese, emergono dubbi significativi sulla dipendenza dall’estero per la gestione delle infrastrutture critiche. Affidare a un’azienda privata americana la gestione delle comunicazioni governative più delicate significa, di fatto, cedere parte della sovranità digitale.
Comportamento imprevedibile
Il rischio è che informazioni sensibili finiscano sotto il controllo di un imprenditore straniero che, seppur innovativo, è noto per il suo comportamento imprevedibile. Elon Musk, infatti, rappresenta una figura controversa: visionario per alcuni, inaffidabile per altri. Le sue recenti mosse con Twitter, ora X, hanno messo in discussione la sua capacità di gestire piattaforme strategiche in modo stabile e sicuro.
L’Italia, che sarà uno dei primi Paesi europei a testare la rete Starlink in aree rurali, potrebbe diventare un laboratorio per i progetti di Musk, con il rischio di rafforzare la sua posizione commerciale più che garantire reali benefici alla popolazione. Il contratto potrebbe anche mettere in difficoltà gli operatori italiani del settore delle telecomunicazioni, che già faticano a competere in un mercato sempre più globalizzato.
In un momento in cui molti Stati europei puntano a rafforzare la propria autonomia digitale, l’Italia sembra andare in direzione opposta, delegando a un attore privato straniero un aspetto cruciale della sicurezza nazionale. In questa vicenda resta quindi un dubbio fondamentale: chi sta facendo il vero affare, l’Italia o Elon Musk?