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Il Meloniario 2025 (chapter two): lettera per lettera, i temi caldi per la premier

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di fine anno, Roma 9 gennaio 2025. ANSA/ALESSANDRO DI MEO - - - - - - - - - - - - - - - - - Italian Prime Minister Giorgia Meloni during the end-of-year press conference, Rome 9 January 2025. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Nella conferenza stampa di inizio d’anno, Giorgia Meloni ha risposto senza indugi a tutte le domande poste dai giornalisti. Se ne può estrarre l’alfabeto delle priorità che, dopo due anni a Palazzo Chigi, imperniano la strategia per il 2025 della presidente del Consiglio.

K come Kiev

«Francamente non prevedo un disimpegno e non leggo questo dalle dichiarazioni che ha fatto il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e anche qui la realtà sembra un po’ diversa dai racconti che sono stati fatti. Donald Trump ha detto in più occasioni, ha parlato di “peace with strength”, pace con la forza. Dovrebbe ricordarvi qualcosa, nel senso che io ho sempre sostenuto in questi due anni a chi diceva che la strategia dell’Occidente era fallimentare, che non bisognava sostenere l’Ucraina, che l’unico modo di creare e che invece bisognava lavorare su una non meglio identificata pace, che l’unico modo di costringere particolarmente la Russia a sedersi a un tavolo di trattativa era costruire una situazione di difficoltà». «Allora su questo proviamo a vedere come stanno le cose. La guerra in Ucraina era una guerra che doveva durare tre giorni. Il 24 febbraio saranno tre anni. Saranno i tre giorni più lunghi che verranno ricordati nella storia russa. A dicembre del 2022 la Russia controllava il 17,4% del territorio ucraino, dopo due anni, con perdite estremamente ingenti, la Russia controlla il 18% del territorio ucraino, +0,6%. Lo dico anche per smontare questa narrazione che leggo continuamente sul fatto che la Russia ha già vinto e guardi che se oggi si parla di pace è perché la Russia, temo, si sia un po’ impantanata in Ucraina e si è impantanata grazie al coraggio, ovviamente, del popolo ucraino ma anche grazie al sostegno occidentale».

L come Leggi

«Allora, le tempistiche non dipendono da me, come lei sa. Il mio intento è di andare avanti con le riforme, di andare avanti con le riforme con determinazione e possibilmente con velocità. Sono riforme costituzionali, lei sa che le riforme costituzionali hanno delle tempistiche abbastanza ampie e c’è un lavoro parlamentare che determina questo. Dopodiché, io ho promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di quella che ho trovato. Penso che siano tutte riforme necessarie per fare questo, penso che dare stabilità ai governi – premierato -, penso che liberare la giustizia dal gioco della politica – riforma della giustizia -, penso anche che responsabilizzare le classi dirigenti, come fa l’autonomia differenziata, siano delle priorità, come è una priorità la riforma del fisco – sulla quale ricordo che noi abbiamo già approvato 17 tra decreti attuativi e testi unici, puntiamo a chiudere nel 2025 tutti i testi unici in materia tributaria, se riusciamo anche a fare il codice tributario, che ricordo era un obiettivo di Ezio Vanoni praticamente 70 anni fa – e quindi vogliamo procedere spediti».

M come Musk

«Sono abbastanza colpita da come alcune notizie false rimbalzino e diventino il centro del dibattito e continuino a essere discusse anche dopo essere state smentite, come il fatto che c’è stato un contratto firmato con SpaceX su questa materia. E in questo caso non parlo di voi, parlo soprattutto dell’opposizione. Non so se altri siano abituati a utilizzare il pubblico per fare dei favori agli amici, ma sicuramente non è il mio costume. Io valuto gli investimenti stranieri con un’unica lente che è la lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi eventualmente deve investire. Approfitto anche per dirle che non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende». «Sul caso specifico, SpaceX ha illustrato al Governo una tecnologia che dispone, che consente di comunicare in sicurezza a livello nazionale ma soprattutto a livello planetario, che per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le nostre sedi diplomatiche e, per esempio, con i nostri contingenti militari all’estero, quindi informazioni e comunicazioni che lei capisce sono molto delicate. Sul metodo voglio dire che si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità del lavoro che fa un Governo, cioè sono interlocuzioni che noi abbiamo con decine di aziende che arrivano e si propongono per le cose più disparate. Dopodiché come funziona? Funziona che si fa un’istruttoria e, all’esito di quella istruttoria, se la cosa è di interesse, si pone nelle sedi competenti. Nel caso specifico di quello di cui stiamo parlando, poiché io capisco benissimo la delicatezza del tema, gli ambiti con i quali confrontarsi sono molti. Secondo me vanno, per capirci, dal Consiglio Supremo di Difesa fino al Parlamento, ovviamente».

N come Norma (anti-Renzi)

«È un’iniziativa parlamentare che condivido. Io penso che sia assolutamente normale che si vieti a chi ricopre incarichi di Governo, ma anche a chi rappresenta gli italiani in Parlamento di prendere soldi da Stati esteri, segnatamente esterni all’Unione europea. La notizia non mi sembra questa, se posso dire, la notizia mi sembra semmai che serva una legge per dire quello che il buon senso, la coscienza, il buon gusto avrebbero richiesto naturalmente. Questa a me sembra la notizia. Dopodiché, il senatore Renzi dice che non è l’unico, che ci sono diversi Primi Ministri che fanno queste attività all’estero, intermediazione piuttosto che… Vero, corretto, tutti di sinistra peraltro, però c’è una differenza fondamentale, che tutti gli altri hanno avuto la buona creanza di lasciare il Parlamento. Perché? E qui le spiego l’urgenza secondo me». «Che sia al Governo o che sia all’opposizione, il Senatore Renzi è un rappresentante di una delle massime istituzioni italiane. Io non so cosa faccia, non lo voglio sapere. Il punto è che quello che lui fa coinvolge l’Italia. È per questo che nessun altro in passato che facesse un lavoro di questo genere è rimasto parlamentare della Repubblica Italiana. A me sembra folle doverlo specificare nella legge, ma è stato necessario perché è effettivamente un caso unico. E il senatore Renzi, guardi, lo sa bene, perché non è un caso che il 24 febbraio del 2022 si sia dimesso dal Consiglio di amministrazione di una società di car sharing che aveva sede a Mosca. Presumo che capisca la difficoltà di fare troppe cose insieme. Quindi, puoi lavorare per Stati esteri, soggetti esteri, puoi farlo per il Parlamento della Repubblica Italiana, l’unica cosa che secondo me non si può fare è farlo contemporaneamente. Che è quello che stabilisce la norma».

O come Occupazione

«Il Governo ha fatto molto per me, su questa materia non si fa mai abbastanza. Penso che molti dati siano incoraggianti, penso che sia molto incoraggiante l’ultimo dato sulla disoccupazione che scende ai minimi storici da quando vengono registrati i dati, 5,7%, occupazione ai massimi dall’Unità d’Italia, sono dati incoraggianti anche per la qualità di questo lavoro che è prevalentemente lavoro stabile, noi parliamo di 883 mila nuove assunzioni in questi due anni, ma se considerassimo solo quelle a tempo indeterminato, arriveremmo al milione, un milione di posti di lavoro. Penso che Silvio Berlusconi possa essere, diciamo così, fiero di noi».

P come Papa

«Ascolto con sempre con grande attenzione le parole di Papa Francesco, che ringrazio. Chiaramente quello che dice sull’amnistia è contenuto, come lei sa, nella Bolla di indizione del Giubileo e quindi è rivolto ai Governi di tutto il mondo, non è una questione che riguarda specificamente l’Italia. In ogni caso, ovviamente l’Italia intende fare la sua parte per garantire condizioni migliori a chi deve scontare una pena in Italia. Solo che la mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle nostre carceri. Io penso che quello che noi dobbiamo fare è adeguare la capienza delle nostre carceri alle necessità, perché questo fa uno Stato serio. Ed è la ragione per la quale noi abbiamo nominato, nelle scorse settimane, un Commissario straordinario all’edilizia penitenziaria, che ha l’obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti in tre anni, a partire dal 2025».

«Quindi, secondo me il modo serio di risolvere questa questione non è con le amnistie, con gli indulti, con gli svuota-carcere, con quello che abbiamo visto in questi anni, è un altro. È da una parte ampliare la capienza delle nostre carceri, poi parallelamente stiamo lavorando per rendere più agevole il passaggio dei detenuti tossicodipendenti in comunità e, come lei sa, molto spesso facciamo e cerchiamo di intensificare il numero degli accordi con gli altri Paesi che consentono anche alle persone straniere condannate in Italia di scontare la pena nel Paese d’origine. Questo è il modo con il quale, secondo me, si garantisce un sistema carcerario più dignitoso per i detenuti».

Q come Quesiti

«Sul tema delle modifiche richieste dalla Corte Costituzionale, chiaramente ci sono particolarmente i livelli essenziali delle prestazioni, dicevamo, e credo che il Governo debba comunque andare avanti a fare le sue modifiche per adeguarsi alle prescrizioni della Corte Costituzionale in caso di quesiti referendari. In generale, sui referendum che riguardano le riforme costituzionali che stiamo facendo, cercherò di fare un passo indietro, nel senso che considero che sarebbe un errore – tanto per il referendum sull’autonomia, quanto per il referendum sulla giustizia, quanto per il referendum sul premierato – non stare nel merito della questione. Sono riforme che noi abbiamo fatto, ci abbiamo messo la faccia, ovviamente, ma le consegniamo, quando arrivano al referendum, ai cittadini. Poi, chiaramente, io dirò quello che penso di queste riforme, ma in questo senso fare campagna elettorale, nel senso di cercare di spiegare ancora meglio ai cittadini perché riteniamo che siano riforme positive per loro. Ecco, questo penso che sarà l’impegno che possiamo garantire».

R come Rispetto

«Penso che sia una parola molto bella. Rispetto viene dal latino respicere, guardare nuovamente, significa guardare in profondità, cioè significa che non puoi dimostrare rispetto se non provi a capire, ma significa anche che non puoi farti rispettare se non sai chi sei. Il rispetto è legato al tema dell’identità. È una parola molto bella, è una parola molto difficile, perché il rispetto è un dovere ed è un diritto. Sulla parte del dovere avrò sbagliato molte volte per carità, però cerco di fare la mia parte. Sulla parte del diritto, nel caso mio ci ho rinunciato, nel senso, ho capito che me lo devo guadagnare e quindi lavoro per guadagnarmelo ogni giorno, se riesco».

S come Strategia

«Ho detto e l’ho spiegato in una domanda che mi è già stata fatta, che mi ha molto incuriosito questo continuo voler raccontare attorno alla figura di Arianna Meloni cose che non erano vere alla prova dei fatti. Perché scusi, mi risponda lei a questa domanda. Quando tu per mesi ti ritrovi “Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto, Arianna Meloni ha fatto questo e non l’ha fatto”, che cos’è? Come lo chiama lei? Non lo so, spero che sia una strategia perché altrimenti sarebbe cialtronaggine, cialtroneria. E quindi capisce che forse è pure peggio. E quindi sì, penso ci possa essere l’idea se non altro di – ma non posso parlare della magistratura, a livello politico sicuramente – gettare fango su qualcuno. Dopodiché, non ho mai parlato di complotto in vita mia quindi non so rispondere alla sua domanda, mi dispiace. Quando deciderò di parlare di complotto lei mi farà una domanda sul complotto e io le farò nomi e cognomi di chi sta facendo il complotto. E guardi, lo trovo anche curioso perché io ho visto una serie di interviste di gente che fa le interviste per dire non l’ho fatto io il complotto. È tutto un po’ surreale. Poi che io possa avere diversi avversari, beh, questa non mi sembrava una grande notizia. Che ci possano essere, e l’ho già detto in altre occasioni, mondi, ambienti, gruppi di potere che magari in passato avevano rapporti migliori con il potere politico e adesso possono essere innervositi dal fatto di non essere adeguatamente tenuti in considerazione, anche questo mi sembra abbastanza scontato. Dopodiché, quando deciderò di parlare del complotto, glielo dirò».

T come Tasse

«Dunque, che sono rimaste al palo non lo direi. Taglio del cuneo, prima contributivo poi fiscale, accorpamento delle prime due aliquote, decontribuzione per le mamme lavoratrici, detassazione dei premi di produzione, detassazione dei fringe benefit. Tasse, ok? È un tentativo di. Poi chiaramente noi, come ho detto in altre occasioni, ci siamo concentrati su quella che era una priorità oggettiva, soprattutto nel contesto nel quale operavamo, che era mettere in sicurezza soprattutto i redditi che non potevano farcela. E ci siamo concentrati e abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo sui redditi di più bassi. Dopodiché, sicuramente va dato un segnale al cedo medio – questo sì – che non è stato dato finora per ragioni di risorse limitate, ma che io ho ben presente. Ma noi abbiamo fatto una riforma fiscale – si dice al palo – il cui obiettivo è tagliare le tasse praticamente a tutti, che ha già cominciato con l’accorpamento delle prime due aliquote. Cercheremo di fare dei passi graduali e sicuramente, risorse permettendo, quest’anno un’attenzione riconoscibile credo che vada data al cedo medio».

U come Uomo

Noi siamo abituati a un progresso che ottimizza le competenze umane e a una meccanizzazione dei processi produttivi che però si concentrava sempre sul lavoro fisico e consentiva al lavoratore di elevare la sua posizione, se vogliamo. Oggi siamo di fronte a qualcosa che è completamente diverso perché è l’intelletto che rischia di essere sostituito e chiaramente l’impatto è un impatto soprattutto su lavoratori con alti profili e soprattutto le professioni. Noi abbiamo fatto uno specifico evento, uno specifico focus nel G7 su questa materia. Chiaramente la professione giornalistica è una di quelle che rischiano di più e quindi sicuramente noi non possiamo non tenere conto delle mutazioni straordinarie che stanno avvenendo in questo tempo e cercare di prevenirne le degenerazioni.

W come Washington

Il tycoon ha seminato grande preoccupazione con le sue dichiarazioni sulla Groenlandia, su Panama e sul Canada. Ha un “modo energico per dire che gli Stati Uniti non resteranno a guardare” spiega Meloni, e invia, alzando la voce, messaggi “ad altri player globali” affinché intendano. La  premier esclude che il presidente americano “tenterà annessioni con la forza”. Anche sull’Ucraina Meloni si dice convinta che non arriverà  alcun disimpegno da parte degli Usa, anche perché abbandonare Kiev al suo destino “sarebbe un errore”, rimarca mentre si appresta a ricevere Zelensky a Palazzo Chigi in serata.

Y come Youtube

La conferenza stampa di inizio anno in cifre: 11.350 views e 1.203 like su Youtube, 48.600 views e 4.362 like su Facebook, 196mila views e 12.099 like su X.

Z Come Zodiaco

L’oroscopo della premier: Giorgia Meloni è del segno del Capricorno. Le stelle segnalano che i Capricorno avranno tante prospettive in questo 2025, ma le scalate è meglio farle in solitaria o con pochissime persone intorno.

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