Home CRONACA Magistrati in sciopero contro la riforma: il 27 febbraio mobilitazione nazionale

Magistrati in sciopero contro la riforma: il 27 febbraio mobilitazione nazionale

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha deciso: il 27 febbraio sarà una giornata di sciopero contro il disegno di legge costituzionale, approvato in prima lettura alla Camera, che prevede la separazione delle carriere in magistratura, la creazione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare. La scelta è arrivata dal “parlamentino” dell’ANM, in linea con quanto stabilito durante l’assemblea straordinaria delle toghe tenutasi lo scorso dicembre.

Una protesta simbolica nelle cerimonie di apertura dell’anno giudiziario

La protesta non si limiterà allo sciopero. Durante le cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, i magistrati hanno annunciato azioni simboliche: parteciperanno in toga e con una copia della Costituzione alla mano. Nel momento in cui il ministro della Giustizia o un suo rappresentante prenderanno la parola, i magistrati lasceranno l’aula in modo ordinato, a meno che motivazioni istituzionali non lo rendano impossibile. Inoltre, è stato chiesto ai partecipanti di indossare una coccarda tricolore per ribadire il legame con i valori costituzionali.

“Non è ribellismo, ma una difesa dell’autonomia”

Il presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, ha chiarito la posizione dell’associazione: “Non c’è nessuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile. Vogliamo rendere evidenti le ragioni per cui questo disegno di legge non migliora la giustizia, né rafforza le garanzie di autonomia e indipendenza”.

Per Santalucia, la riforma rappresenta un testo inemendabile: “Non amo il termine protesta, preferisco proposta. Ma qui non ci sono margini per emendamenti che rendano il testo costituzionalmente accettabile. È un testo che va respinto in toto. L’unico strumento che abbiamo è il ragionamento. Spiegheremo ovunque, anche in vista di una consultazione referendaria, le ragioni della nostra opposizione, che non hanno nulla di corporativo”.

“La riforma affossa la giustizia”

Santalucia non ha risparmiato critiche al disegno di legge: “Questa riforma non migliora la giustizia, la affossa. È un passaggio epocale, ma non nella direzione auspicata dal ministro. Non rafforzerà la giustizia, bensì indebolirà l’ordine giudiziario sulla falsa premessa che abbia invaso gli spazi degli altri poteri”.

A pagare il prezzo finale, secondo il presidente dell’ANM, saranno i cittadini: “In questa partita, giocata da trent’anni tra politica e giurisdizione, il grande assente è proprio il cittadino. Ed è lui che, alla fine, ne soffrirà le conseguenze più dolorose”.

Un messaggio chiaro, che le toghe intendono portare avanti con il medesimo pensiero che da sempre li ha contraddistinti: USARE LA FORZA E NON LA GIUSTIZIA.

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