Il primo atto di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti è annunciato come “Operation Safeguard” (operazione di salvaguardia), a quanto anticipa il Wall Street Journal. Sarebbe l’inizio di quelle “deportazioni di massa” che il tycoon aveva eletto tra i perni della sua campagna elettorale, facendo leva su un 55 per cento degli americani favorevoli all’espulsione degli immigrati clandestini.
Il pugno di ferro calerà subito dopo il giuramento del 20 gennaio, quando Trump metterà una mano sul cuore e l’altra sulla Bibbia che Abraham Lincoln carezzò nel 1861, insieme al Libro dei Libri regalatogli dalla nonna a 9 anni. Il sacerdote di Brooklin Francis Mann impartirà la benedizione, amico di The Donald dai tempi in cui sistemò le tombe dei suoi genitori. È un cerimoniale che riconosce e premia il ruolo degli elettori cattolici nella sua vittoria alle urne.
Martedì 21 gennaio l’Immigration and Customs Enforcement sarà pronto a inviare 200 agenti a Chicago: missione dei federali, arrestare gli illegali. La capitale dell’Illinois è un bersaglio simbolico, una “città-santuario” che tutela gli immigrati, dove ha casa Barack Obama e amministrata dal sindaco democratico Brandon Johnson. Il quale ha preventivamente garantito che non collaborerà, ma il mastino dell’immigrazione Tom Homan ha ammonito che lo incarcererà, se dovesse mettere i bastoni tra le ruote agli uomini dell’Ice o nascondere gli illegali.
Nell’imminenza del passaggio di consegne con Joe Biden, la “People March” di protesta a Washington ha dimostrato che quasi metà degli americani è profondamente ostile al secondo mandato di Trump. «Trump deve andarsene», si leggeva su cartelli e striscioni. Ci sono analisti che rilevano come la strategia della resistenza sembri cambiata. Facendo tesoro degli errori del 2017, si è capito che la contrapposizione frontale e generale non dà frutti. Meglio concentrarsi su temi specifici.
Il nuovo presidente sta lavorando con il suo staff a decine di decreti da firmare nei primi giorni di mandato, ma non ha perso tempo per lanciare la sua criptomoneta. Si chiama $TRUMP e al momento ne sono disponibili 200 milioni. L’obiettivo però è arrivare a un miliardo in tre anni, per un valore complessivo di oltre 30 miliardi di dollari. In poche ore, il valore della “moneta meme” è guizzato del 13.000 per cento.