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La Gioconda in Lombardia? L’assessora Caruso lancia l’invito al Louvre: “Pronti ad accoglierla durante Milano-Cortina 2026”

Parigi. Folle di visitatori al Louvre per ammirare “La Gioconda” di Leonardo da Vinci - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Per la Gioconda, in Lombardia, un posto c’è sempre. L’assessora regionale alla Cultura, Francesca Caruso, non ha perso tempo nel rispondere alla lettera pubblicata su Le Parisien dalla presidente del Louvre, Laurence des Cars, che lamenta le attuali condizioni espositive del capolavoro di Leonardo Da Vinci.

«Siamo pronti a ospitare la Gioconda», ha dichiarato Caruso, offrendo una soluzione all’iconico dipinto che, al Louvre, attira milioni di turisti ogni anno, ma che secondo des Cars vive in uno spazio inadeguato. La sala dedicata alla Monna Lisa, infatti, è distante dalle altre opere di Leonardo e manca di cartelloni informativi che permettano ai visitatori di comprendere a fondo il contesto e la storia dell’opera. Il risultato? Migliaia di turisti si affollano per scattare selfie e osservare il dipinto per pochi istanti, lasciando inesplorate altre opere di immenso valore nella stessa stanza.

Un sogno italiano

La soluzione ideale, sostiene la presidente del Louvre, sarebbe trasferire La Gioconda in una sala dedicata interamente alle opere di Leonardo. Tuttavia, un intervento del genere comporterebbe rischi per l’integrità dell’opera, rendendo l’ipotesi di un trasferimento fuori dal museo praticamente irrealizzabile. Ma da Milano, l’assessora Caruso prova comunque a rilanciare l’annoso sogno italiano di “riportare a casa” il capolavoro: «Non entro nel merito delle osservazioni del presidente del Louvre – ha dichiarato – ma se fosse necessario spostare La Gioconda, noi in Lombardia siamo ben lieti di accoglierla. Sarebbe un onore, in particolare in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026».

L’idea, ambiziosa e provocatoria, è destinata a rimanere un sogno, ma accende una volta di più il dibattito sull’eredità di Leonardo, nato a Vinci, cresciuto tra Firenze e Milano, e celebrato oggi come uno dei simboli universali della cultura italiana. E chissà che Parigi, almeno per un attimo, non colga la provocazione.

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