«Ripulire Gaza». È il Trump-pensiero per una pace solida in Medio Oriente: radunare i palestinesi e trasferirli di forza in Egitto e Giordania. Perché per lui la Striscia è «un sito in demolizione».
«Stiamo parlando probabilmente di un milione e mezzo di persone», motiva The Donald alla stampa. «Semplicemente ripuliamo l’intera zona e diciamo: «È finita!”. Quasi tutto è demolito e lì la gente muore. Quindi preferirei coinvolgere alcune nazioni arabe e costruire alloggi in un luogo diverso, dove possano magari vivere in pace»; resta indeciso tra una spedizione «temporanea o a lungo termine».
Contro e pro
Egitto e Giordania sono radicalmente ostili al progetto, impauriti dall’arrivo di milioni di rifugiati nullatenenti. I coloni ebraici più estremistici invece chiedono da tempo di agire, spalleggiati da parte delle milizie israeliane nel quadro del “Piano dei generali” e dall’estrema destra insediata alla Knesset.
Per suffragare la sua posizione, Trump afferma di averne parlato con il re Abdullah II di Giordania, complimentandosi con lui per aver ospitato un gran numero di rifugiati. Ma non pare aver raggiunto il suo obiettivo.
Il ministero degli Esteri egiziano esprime il «continuo sostegno dell’Egitto al popolo palestinese sulla propria terra» e respinge «qualsiasi violazione di questi diritti inalienabili, sia con l’insediamento o l’annessione di terre, sia con lo spopolamento di quelle terre attraverso lo sfollamento o il trasferimento incoraggiato o lo sradicamento dei palestinesi dalla loro terra, sia temporaneamente che a lungo termine».
Tranchant anche il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi: «La Giordania è dei giordani e la Palestina dei palestinesi».
Pulizia etnica
La Lega Araba mette in guardia contro i «tentativi di sradicare i palestinesi dalla loro terra: lo spostamento e l’espulsione forzata di persone non possono essere descritti come qualcosa di diverso dalla pulizia etnica», dichiara il segretariato generale dell’organizzazione.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas oppone un «forte rifiuto e condanna di ogni progetto teso a sfollare dalla Striscia di Gaza il nostro popolo. Il popolo palestinese «non abbandonerà la sua terra e i suoi luoghi sacri».
La Jihad islamica, movimento islamico palestinese alleato di Hamas, condanna il piano di Trump come. «deplorevole» e paventa una catastrofe: «Questa proposta incoraggerebbe crimini di guerra e contro l’umanità, costringendo il nostro popolo a lasciare la propria terra».
“Un’idea eccellente”
Per converso, il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich, rappresentante di quella estrema destra che fa riferimento proprio ai coloni, la definisce «Un’idea eccellente. Dopo 76 anni durante i quali la maggior parte della popolazione di Gaza è stata tenuta forzatamente in condizioni difficili per preservare l’aspirazione di distruggere lo Stato di Israele, l’idea di aiutarli a trovare altri posti in cui iniziare una vita nuova e migliore è un’idea eccellente».
Applaude pure Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit: «Nell’ultimo anno abbiamo più volte chiesto di incoraggiare l’emigrazione volontaria. Credo che quando il presidente della nazione più potente del mondo solleva l’idea, il governo israeliano debba applicarla».