Il treno di Matteo Salvini sta accumulando un ritardo preoccupante. Pare un politico quasi più isolato di Daniela Santanchè, nell’arco della maggioranza di governo. Adesso si trova persino gli avversari in casa. La segreteria della Lega lombarda ha appena disposto una manovra di accerchiamento.
Salvini avrebbe anche rinunciato a contrapporre a Massimiliano Romeo un suo candidato; non è bastato e le nomine fatte dal neo segretario regionale del Carroccio gli fanno terra bruciata intorno. Il responsabile delle “società partecipate”, ruolo chiave considerando il peso delle nomine nelle controllate in Lombardia, sarà Renato Pasinetti: sindaco leghista di Travagliato, paese in provincia di Brescia, che lo scorso anno pubblicò una lettera aperta per chiedere le dimissioni di Salvini. “Fatti da parte, non riconosciamo più il partito”.
Non solo: Romeo ha dato un ruolo a una serie di ex onorevoli non rieletti e non ricandidati ostili al leader del Carroccio, quali l’ex senatore Simone Bossi, l’ex deputata Antonella Faggi o Andrea Monti, quest’ultimo figlio di Cesare Monti, che dieci anni fa contese a Salvini la segreteria nazionale.
Pesa che Romeo sia stato nominato segretario della Lombardia vox populi dopo un aspro intervento contro la linea Salvini, «troppo a destra e che non valorizza più i temi cari al Nord». In più, anche il governatore Attilio Fontana spalleggia il segretario regionale. Per la prossima candidatura al posto del governatore in Regione si fa proprio il nome di Romeo, che è anche capogruppo in Senato. A Palazzo Madama, dopo che Salvini aveva paventato l’ipotesi di sabotaggio per difendersi dal caos treni, il suo rivale gli ha fatto scudo. Sibilando, tuttavia, che «di errori Salvini comunque ne ha fatti e lui lo sa».