Home CRONACA La “linea Maginot” di Trump contro il mondo gender

La “linea Maginot” di Trump contro il mondo gender

Washington. Sul tavolo del presidente Donald Trump, una raffica di ordini esecutivi pronti per la sua firma - Fonte: Ipa - DIllingernews.it

Donald Trump spara un mortaio dopo l’altro contro la sfera Lgbt: ha appena firmato un ordine esecutivo per limitare le transizioni di genere sotto ai 19 anni. ««In tutto il Paese oggi», si scaglia il presidente, «i medici stanno mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini impressionabili con la pretesa radicale e falsa che gli adulti possano cambiarne il sesso attraverso una serie di interventi medici irreversibili».

«Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra Nazione e deve finire. Di conseguenza, la politica degli Stati Uniti è quella di non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o supportare la cosiddetta “transizione” di un bambino da un sesso all’altro e di far rispettare rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive e che cambiano la vita». 

La misura si applica anche alle terapie ormonali e ai farmaci bloccanti della pubertà e il provvedimento ordina alle agenzie federali di chiudere i finanziamenti alle istituzioni che offrono terapie di questo tipo, oltre a rimuovere i trattamenti dalla copertura delle assicurazioni sanitarie per i membri delle Forze armate e per le loro famiglie.

Un “alt” tra i piedi

Trump però deve sottostare temporaneamente a un “alt” a una delle sue bordate. La giudice distrettuale Loren L. AliKhan ha bloccato il congelamento da parte dell’amministrazione Trump di sovvenzioni e prestiti federali, che potrebbero ammontare a 3.000 miliardi di dollari, pochi minuti prima che il provvedimento entrasse in vigore.

La sentenza è stata sospesa fino a lunedì prossimo, 3 febbraio. In più. è arrivata la notizia che 22 Stati Usa, insieme al distretto di Columbia, hanno fatto causa all’amministrazione Trump per contestare lo stop imposto dall’ufficio di bilancio della Casa Bianca ai programmi per i prestiti e le sovvenzioni federali. Misura tacciata come «arbitraria» e in violazione del principio di separazione dei poteri, poiché la presidenza non ha inviato alcuna notifica al Congresso.

Un altro fronte trincerato dall’amministrazione Trump sono gli aiuti esteri. Il segretario di Stato Marco Rubio ha approvato una deroga per la prosecuzione dei programmi esteri di assistenza umanitaria salvavita finanziati dagli Stati Uniti, per tamponare la confusione generata da un decreto del presidente che ordinava la sospensione generalizzata di programmi di assistenza estera, per circa 60 miliardi di dollari.

Potranno essere ancora finanziati, chiarisce Rubio, «aiuti umanitari come medicinali essenziali salvavita, servizi medici, cibo, alloggi e aiuti di sussistenza, nonché forniture e costi amministrativi ragionevoli necessari per fornire tale assistenza». Chiusi i rubinetti per «aborti, conferenze sulla pianificazione familiare, tematiche di genere o programmi sulla diversità, interventi chirurgici per persone transgender o altre forme di assistenza non salvavita».

Il bastone e la carota

E veniamo i dipendenti federali: The Donald nasconde il bastone dietro la schiena e protende la carota. Viene offerta una buonuscita chi si renderà disponibile a dimettersi. Pare che il governo si aspetti un 5-10% della forza lavoro favorevole, portando a un risparmio di circa 100 miliardi di dollari.

«I contribuenti pagano lo stipendio ai dipendenti federali, e meritano persone che lavorino per loro presentandosi in ufficio: se non intendono farlo e contribuire a rendere grande il Paese, sono liberi di scegliere un nuovo lavoro, e l’amministrazione offrirà una generosa buonuscita di circa 7/8 mensilità», ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt

Nella linea dell’asse Trump-Musk, il presidente Usa “ha chiesto a SpaceX di riportare a casa i due astronauti bloccati sulla Stazione Spaziale Internazionale appena possibile. Lo faremo. È terribile che l’amministrazione Biden li abbia lasciati lì così a lungo”, scrive Mr. Tesla su X. Sunita Williams, 59 anni, e Butch Wilmore, 62 anni, sono decollati il 5 giugno dalla Florida a bordo dello Starliner diretto all’Iss nell’ambito della missione Crew Flight Test (CFT), il primo volo della Boeing, che doveva durare poco più di una settimana. Ma poco prima dell’arrivo sono state rilevate perdite di elio e guasti al sistema di propellenti, che hanno costretto al protrarsi della missione.

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