Home CRONACA Meloni e il caso Almasri: tra strategia difensiva e tensioni istituzionali

Meloni e il caso Almasri: tra strategia difensiva e tensioni istituzionali

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Dopo l’annuncio sui social dell’indagine per favoreggiamento e peculato, Giorgia Meloni ha cambiato tono. Meno attacchi, più strategia. Dietro il cambio di passo, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, potrebbe esserci stato un confronto con il Quirinale, anche se dal Colle non trapela nulla.

Sergio Mattarella resta in silenzio, ma è chiaro che lo scontro tra governo e magistratura preoccupi il Capo dello Stato, che oggi sarà alla Scuola Superiore della Magistratura di Firenze per ribadire il valore dell’equilibrio tra i poteri.

Martedì Meloni aveva usato parole dure contro il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, sottolineando di “non essere ricattabile”. Ieri, invece, ha convocato un vertice a Palazzo Chigi, affidando la sua difesa e quella dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano a Giulia Bongiorno. La senatrice, già legale di Matteo Salvini nel processo Open Arms e sostenitrice della separazione delle carriere in magistratura, diventa così la figura chiave della linea difensiva. Una scelta che porta un duplice messaggio: compattezza dell’esecutivo e una sfida aperta a quella parte della magistratura che Meloni ritiene ostile al governo.

La strategia del governo: sicurezza e interesse nazionale

A Palazzo Chigi si lavora per blindare la linea difensiva. Il governo sostiene che il rimpatrio di Almasri fosse necessario per garantire la sicurezza nazionale, evitando che un uomo accusato di crimini gravissimi restasse libero sul territorio italiano. Si confida nell’archiviazione da parte del Tribunale dei Ministri, che ha 90 giorni di tempo per decidere, ma nel frattempo si prepara una battaglia politica e comunicativa.

Le opposizioni vogliono che Meloni riferisca in Parlamento sul caso, soprattutto dopo che la Corte Penale Internazionale ha reagito con durezza alla vicenda. La premier, però, non sembra intenzionata a farlo, e anche i ministri Nordio e Piantedosi non interverranno per il momento.

Il vicepremier Antonio Tajani ha suggerito di rispondere alle richieste dell’opposizione, ma l’ipotesi è stata scartata. Nel frattempo, Meloni continua a vedere l’indagine come un tentativo di fermare la sua azione di governo, e il caso Almasri diventa l’ennesima battaglia politica tra Palazzo Chigi e la magistratura.

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