Le sale cinematografiche romane rischiano di sparire, trasformate in anonimi centri commerciali. Attori, registi e produttori alzano la voce, chiedendo un intervento immediato per fermare quella che definiscono una “svendita del patrimonio culturale”.
“Le sale non sono solo immobili, sono presidi culturali”, denunciano in un appello congiunto, opponendosi all’acquisizione indiscriminata da parte di gruppi internazionali il cui unico obiettivo è la riconversione commerciale. “Ogni cinema che chiude è una perdita irreparabile per la città e per il pubblico, che rischia di essere privato di luoghi di aggregazione e fruizione del cinema nella sua forma più autentica”.
“Chiediamo misure concrete”
Gli operatori del settore si dicono pronti a intervenire per riacquistare e riqualificare le sale, restituendole alla loro funzione originaria. Ma per farlo serve un segnale chiaro dalle istituzioni: “Chiediamo misure concrete per difendere il nostro patrimonio cinematografico e fermare lo sciacallaggio immobiliare”.
L’appello è rivolto a tutti gli operatori culturali e alle istituzioni affinché si uniscano a questa battaglia, prima che le sale storiche diventino solo un ricordo.