Un boss in un carcere californiano che orchestra spedizioni via Alaska usando “mogli” come corrieri, aziende indiane che spediscono “vitamine” risultate poi essere tutt’altro che integratori, e un cartello messicano che testa la droga su cavie umane invece che sugli animali. Tre episodi apparentemente scollegati, ma che raccontano la stessa emergenza: il traffico di Fentanyl, l’oppioide sintetico diventato una piaga per gli Stati Uniti.
Come spiega Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, il Fentanyl è nato come analgesico, ma i cartelli messicani lo hanno trasformato in una droga micidiale, sfruttando un sistema di produzione globale: i precursori chimici arrivano da Cina e India, mentre i laboratori che lo sintetizzano si trovano in Messico, gestiti dalle organizzazioni criminali.
Questa rete transnazionale ha trasformato il problema in una questione diplomatica, con Washington che accusa Pechino e Nuova Delhi di non fare abbastanza per fermare il traffico illecito.
I territori chiave
Il business è gigantesco e redditizio: produrre un chilo di Fentanyl costa circa 800 dollari, ma il guadagno supera i 600mila. I cartelli di Sinaloa e Jalisco Nueva Generación si spartiscono il mercato e si contendono i territori chiave per la distribuzione.
Le sostanze chimiche arrivano nei porti messicani di Manzanillo e Lazaro Cardenas, nascoste tra materiali innocui, poi raggiungono i laboratori vicino al confine con gli USA, dove i “cucinieri” – veterani del settore o giovani chimici attratti da stipendi elevati – trasformano la polvere in pasticche M30, più facili da trasportare e meno letali rispetto alla versione pura.
Fiumi di pistole e fucili
Le rotte del traffico puntano a nord, e qui il Fentanyl incontra un altro mercato parallelo: quello delle armi. Se a trasportare la droga verso gli Stati Uniti sono spesso cittadini americani insospettabili – i cosiddetti “muli”, che accettano il rischio in cambio di una ricompensa – a viaggiare in direzione opposta sono fiumi di pistole e fucili, destinati ai sicari dei cartelli.
Un commercio che viaggia su due fiumi in piena, entrambi alimentati dalla domanda crescente e da un sistema sempre più radicato.
Mentre Donald Trump accusa il governo messicano di complicità con il crimine organizzato e promette misure drastiche, i numeri raccontano un’epidemia fuori controllo: ogni anno, decine di migliaia di americani muoiono per overdose da Fentanyl, un killer silenzioso che continua a sfuggire a ogni tentativo di contenimento.