
Ci risiamo. Si è perso il conto di quanti proclami di disponibilità a trattare si siano palleggiati finora Mosca e Kiev. Francamente, per non perderci definitivamente la faccia sarebbe meglio tacessero e si presentassero allo stesso tavolo evitando annunci di buoni propositi. Come è il turno, in questo caso, di Volodymir Zelensky.
In un’intervista con il giornalista britannico Piers Morgan, trasmessa su Youtube, Zelensky sostiene di essere pronto a colloqui diretti con il presidente russo «se questa è l’unica soluzione per portare la pace ai cittadini ucraini… Non sarò gentile con lui. Lo considero un nemico. E a dire il vero, credo che anche lui mi consideri un nemico». La scoperta dell’acqua calda!
Il leader ucraino non manca di ribattere sul tasto dell’adesione all’Alleanza Atlantica: «La Nato non è oggi, ma in un momento futuro. Se questo processo si trascinasse per anni o decenni, non per colpa nostra, ma per colpa dei nostri partner, allora abbiamo una domanda assolutamente legittima: cosa ci proteggerà da questo male per tutto il tempo, lungo il processo?».
«Che tipo di pacchetto di supporto, di quale tipo e quanti missili? Quali missili possono fermare i missili nucleari della Russia? O ci daranno armi nucleari? Allora lasciamo che ci diano le armi nucleari».
«Restituiteci le nostre armi nucleari, forniteci sistemi missilistici, aiutateci a finanziare un esercito, spostate le vostre truppe in quelle parti del nostro Stato dove vogliamo che la situazione sia stabile. In questo modo la popolazione sarà tranquilla».
«Putin ha invaso l’Ucraina perché temeva che saremmo entrati nella Nato. Bene, l’America dice che l’Ucraina non può essere accolta nella Nato. Per logica, allora, Putin se ne deve andare dal nostro Paese». Zelensky puntualizza anche perché non ha presenziato alla cerimonia di insediamento di Donald Trump: «Mi ha invitato ma lo ha fatto in modo generico, come probabilmente ha fatto con altri leader. Credo però che ci serva tempo per parlare della guerra, l’insediamento è un giorno speciale per il presidente e per il popolo americano. Semplicemente, la mia presenza non era appropriata».
Alla tentazione di esprimere un vago ottimismo sulla guerra in Ucraina cede anche il presidente degli Stati Uniti, parlando di «discussioni produttive e costruttive» con le autorità di Russia e Ucraina. «Questa guerra non sarebbe mai dovuta iniziare, e dobbiamo mettere fine a questo massacro». Direbbe l’assessore Palmiro Cangini: «Fatti, non pugnette».