
Antonio Micarelli, ex vigilante 55enne, è indagato per omicidio nelle indagini sulla morte del rumeno 24enne Antonio Ciurciumel. Lui e tre altri topi d’appartamento hanno forzato la finestra di un’abitazione in via Cassia, vicino al Raccordo anulare, a Roma nord.
Micarelli, contractor del «Ferrari Group», società piemontese con sede ad Alessandria specializzata nel trasporto di preziosi, ha sparato almeno dieci colpi di pistola contro i banditi in fuga, colpendo alla testa Ciurciumel.
Il tentativo di un delicato intervento chirurgico non è valso a evitarne il decesso. Dapprima l’aggiunto Giuseppe Cascini e il pm Fabio Santoni avevano accusato l’ex vigilante di «Ferrari Group», in possesso di porto d’armi per difesa personale, di tentato omicidio, ma la morte del rumeno ha aggravato la sua posizione. Per ora non sono state decise misure pesanti ed è stato rimandato a casa in attesa di accertamenti da parte dei carabinieri e dell’autopsia, prevista al Policlinico Gemelli.
Precedenti per furto
Ciurciumel aveva precedenti per furto e viveva con i familiari a Valle Martella, vicino a Zagarolo. Faceva parte di una banda specializzata in furti e rapine in abitazioni. Fenomeno diffuso a Roma, con decine di colpi ogni anno, quasi tutti all’ora di cena, prendendo inquilini in ostaggio.
In questo caso la badante Svitlana Chobotko, 61 anni, ospitata da un medico dopo aver perso il lavoro. Alle sette di sera, l’irruzione nell’appartamento: «Non mi sono accorta di nulla fino a quando me li sono ritrovati davanti all’improvviso», ricostruisce la donna.
«Io stavo in camera da letto, loro sono entrati in casa dopo aver forzato la portafinestra sul balcone. Erano in quattro, molto decisi. Mi hanno immobilizzata, tenuta ferma per le braccia in un angolo della stanza. Non mi hanno legata. Volevano sapere il codice di apertura della cassaforte. Ma io nemmeno ero al corrente che ce ne fosse una in casa. Non è nemmeno casa mia».
“Ho temuto il peggio”
«Hanno cominciato a guardare dappertutto, cercavano qualcosa, alla fine hanno trovato la cassaforte. A quel punto mi hanno detto: “Dacci il codice”, ma io non lo sapevo. Non potevo saperlo. Loro si sono arrabbiati ed è stato allora che ho temuto il peggio».
«Hanno preso un piccone che si erano portati dietro e hanno cominciato a sferrare colpi contro il muro attorno alla cassaforte, volevano scardinarla dalla parete. I colpi erano molto violenti, facevano tanto rumore. Era impossibile che qualcuno dei vicini non si accorgesse di quello che stava accadendo».
“Ogni morte spiace”
Mentre i carabinieri procedevano con il sopralluogo, sia per lo shock, sia per aver visto cadere a terra il rapinatore colpito alla testa, la signora è stata colta da malore e trasportata in ospedale, dove si è poi ripresa.
Non manca il commento del vicepremier Matteo Salvini: «Ogni morte spiace. Spero solo che la guardia giurata, che ha solo fatto il suo lavoro, non passi dei guai. Il pericolo per i cittadini perbene sono i ladri, non le guardie».