Il caso Visibilia torna a scuotere il Parlamento e a mettere sotto pressione la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Oggi si è svolta la discussione generale sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle e sottoscritta dal Partito Democratico, che chiede la rimozione della ministra di Fratelli d’Italia, rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali in una delle società del gruppo da lei fondato.
L’aula racconta già molto della situazione: Santanchè è presente, affiancata dai ministri Ciriani e Musumeci. Ma i banchi di Forza Italia, Lega e Noi Moderati? Vuoti. In prima fila, invece, la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il leader del M5S, Giuseppe Conte. E proprio dai pentastellati parte il primo attacco. “Chiediamo le dimissioni della ministra perché è un conflitto di interessi che cammina“, afferma Vittoria Baldino (M5S). “La sua è una resistenza per la poltrona, la nostra è per le istituzioni“.
Inversione di motto
Dal Partito Democratico, Federico Gianassi rincara la dose: “Il vostro motto era ‘coerenza, coerenza, coerenza’, ora è diventato ‘poltrona, poltrona, poltrona’”, dice rivolgendosi alla maggioranza. Poi un affondo diretto alla premier: “L’unica battaglia che Santanchè sta vincendo è quella con Giorgia Meloni, che anche stavolta fa quello che sa fare meglio: scappare. Andremo a Chi l’ha visto?“.
L’assenza quasi totale della maggioranza è un altro punto su cui l’opposizione insiste. “La comunicazione non verbale è spesso eloquente: i banchi vuoti della Lega, di Forza Italia e di Noi Moderati dicono molto”, commenta Toni Ricciardi (PD), che poi insinua un sospetto: “Che differenza c’è tra Sangiuliano e Santanchè? Forse la ministra ha leve di ricattabilità che Sangiuliano non aveva? Presidente Meloni, ci levi dall’imbarazzo e chieda un passo indietro“.
Il gelo della maggioranza e l’uscita di scena di Santanchè
Se da parte della ministra c’è “serenità”, come ha dichiarato ieri a Milano durante la Borsa Internazionale del Turismo, in aula il silenzio della maggioranza suona piuttosto freddo. Nessun deputato ha preso la parola per difenderla, segno che la vicenda sta diventando sempre più ingombrante anche per il suo stesso partito.
L’ultima parola, in teoria, spetterebbe proprio a lei. Ma appena termina l’ultimo intervento, Santanchè si alza e se ne va, senza replicare. Dagli scranni del M5S partono le urla: “Vergogna!“. Una scena che Fabio Rampelli, vicepresidente di turno, cerca di contenere: “Colleghi, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”.
Resta da vedere se la ministra avrà davvero intenzione di rispondere. Per ora, l’unica risposta è stata un’uscita di scena in silenzio.